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Cuginette violentate al Parco Verde, la scoperta in chat

Cuginette violentate al Parco Verde, la scoperta in chat

CAIVANO. Nessuna misura cautelare è stata fino ad ora applicata per la violenza delle due cuginette, tredicenni tra pochi giorni, del Parco Verde, che avrebbero subite violenza da un gruppo di adolescenti - sei minorenni e due maggiorenni - a loro noti, abitanti non solo nel tristemente noto Parco Verde di Caivano. Di certo, dopo la denuncia presentata dai genitori delle vittime al Comando dei carabinieri, su disposizione della Procura minorile, una delle due ragazzine è stata portata in una casa famiglia distante da Caivano per proteggerla. Da una frammentaria ricostruzione dello squallido episodio, le cuginette sarebbero state condotte nello Sporting club Delphinia, che era un centro sportivo con piscine e palestre vandalizzate, localizzato a ridosso del caseggiato popolare, trovando lì i loro presunti aguzzini, sei dei quali loro coetanei più due maggiorenni, che non sono stati arrestati dai carabinieri ma denunciati in stato di libertà, probabilmente in attesa che si faccia più chiarezza sull’inquietante episodio. L’altro giorno si è tenuta la prima udienza di quello che si preannuncia un processo choc. «Spero che li fermino presto», dice l’avvocato Angelo Pisani, difensore di una ragazzina. La notizia del nuovo presunto stupro nel Bronx della droga, nel giro di una manciata di minuti, ha fatto il giro dell’intero quartiere. In tanti conoscono i volti ed i nomi delle due, così come i volti ed i nomi degli otto presunti aguzzini, tutti ragazzi del luogo, abbastanza “svegli”. La violenza di gruppo si sarebbe consumata lo scorso mese di luglio, ma la denuncia sarebbe stata presentata ai carabinieri solo ad agosto dai genitori delle due ragazzine. Le minorenni sarebbero state condotte con un inganno in un capannone in disuso solitamente usato dai pusher della zona. E lì avrebbero subìto l’orrenda violenza sessuale. Immediatamente dopo, le due piccole sarebbero tornate nelle rispettive abitazioni senza raccontare nulla ai loro congiunti, tenendosi dentro lo squallido segreto. Solo ai primi di agosto, i genitori delle due ragazzine, venuti a conoscenza della brutta vicenda che aveva coinvolto le due figlie, grazie alla confidenza di un ragazzo (amico del fratello più grande di una delle vittime, l’avrebbe scoperto in chat), si sono presentati ai carabinieri, raccontando l’accaduto. Anche se con notevole ritardo rispetto alla data dei fatti, sono stati subito avviati i necessari accertamenti, con l’ausilio delle assistenti sociali, poi la successiva visita ginecologica presso l’ospedale Santobono, che sembrano aver confermato alcuni elementi indiziari. Ovviamente le due minori sono state sentite dagli uomini dell’Arma, confermando quei drammatici momenti, indicando nomi e cognomi. Il loro racconto sarebbe carico di particolari. Avrebbero detto che la violenza sessuale avvenne sotto minaccia. Venti giorni di indagini e la Procura ha deciso di allontanare una ragazzina dalla sua famiglia, verosimilmente per proteggerla da minacce o ritorsioni, anche da parte dello stesso gruppo, con il quale - prima della denuncia - entrambe avrebbero successivamente in qualche modo incrociato all’interno del Parco Verde. Le indagini, destinate a continuare anche in queste ore, procedono nel più assoluto riserbo, com’è giusto che sia, ma alla fine il segreto è divenuto il “segreto di pulcinella”. I carabinieri sono partiti dai telefonini in uso alle due adolescenti, per individuare correttamente tutti i protagonisti di questa becera violenza. Non è da escludere che facendo un’analisi delle diverse chat, si possa comprendere la verità, scoprendo forse uno scenario ancora più inquietante. Le parole del pm sono una pietra tombale: «Lo stile di vita è frutto della grave incuria dei genitori».

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