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L’ordigno nel Conocal un messaggio dei De Micco

L’ordigno nel Conocal un messaggio dei De Micco

NAPOLI. Ordigno rudimentale o petardo di grosse dimensioni poco importa. Per gli investigatori l’esplosione dell’altra notte nel cuore del parco Conocal a Ponticelli voleva lanciare un messaggio preciso: il dominio del clan D’Amico in zona non esiste più e d’ora in poi bisognerà fare i conti con i De Micco. Non a caso infatti la deflagrazione è avvenuta a poca distanza dall’abitazione di Vincenzo Costanzo, il giovane ras ucciso nella notte dei festeggiamenti del Napoli all’Arenaccia. “Ciculill”, ormai chi indaga sull’omicidio non ha più dubbi, fu tradito e fu vittima di un piano studiato a tavolino per conquistare la fetta o una parte di essa del territorio storicamente sotto l’influenza dei “Fraulella”. L’ordigno nel Conocal segue di poco il clamoroso agguato a Ciro Naturale, ferito gravemente e ora tornato a casa tra festeggiamenti con fuochi d’artificio e champagne. Si sarebbe trattato di una vicenda interna all’alleanza con i “Bodo”, anche se la pista che conduce ai D’Amico “Fraulella” del “Conocal” non sarebbe stata ancora abbandonata e in questo caso l’esplosione di martedì notte avrebbe rappresentato la risposta. Comunque la fibrillazione negli ambienti criminali sta aumentando e lo Stato non sottovaluta il pericolo. Le scarcerazioni più o meno recenti, comprese quelle di affiliati ai quali sono stati concessi i domiciliari, hanno movimentato il panorama malavitoso. Soprattutto nel campo dei De Micco dei Martino sono diversi i personaggi di spessore non più dietro le sbarre mentre sul fronte ei De Luca Bossa sono più i ras dietro le sbarre che quelli in libertà. Ecco perché gli stessi investigatori ritengono il clan del lotto 0 almeno per il momento poco o per nulla protagonista delle ultime vicende nel quartiere. Proprio in questo contesto si inseriscono le indagini sugli ultimi agguati che stanno conducendo sia i poliziotti della Squadra mobile della questura con il commissariato Ponticelli che i carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli con i colleghi della compagnia Poggioreale. Investigatori esperti che avrebbero le idee più chiare su entrambi i casi: per il nipote dei “Fraulella” è molto probabile la presenza in piazza Volturno quella notte di uno “specchiettista” che avvisò i killer; anche per l’agguato a Ciro Naturale detto “Mellone” ci sarebbe stata la mano di un “segnalatore”. Il 46enne “o’ mellone”, si sentiva al sicuro: via Carlo Miranda è una zona sotto il controllo dei De Micco-De Martino cui lui è sempre stato legato. Che la tensione sia alta a Ponticelli lo dimostra anche un’altra circostanza: ras, luogotenenti e gregari da qualche giorno si vendono poco in giro. E anche se alcuni si troverebbero fuori Napoli per vacanza, è certo che un po’ di prudenza è normale: soprattutto finché non sarà completamente chiaro lo scenario attuale, tra guerra tra clan e fibrillazioni interne.

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