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Capodichino, parking nella bufera: abbandona una 80enne in strada

Capodichino, parking nella bufera: abbandona una 80enne in strada

Altri clienti del FirstParking raccontano le disavventure e i disagi affrontati nel lasciare le proprie auto prima di partire dallo scalo napoletano

NAPOLI. È una pioggia di critiche quella che sta arrivando alla redazione del “Roma”, per testimoniare il pessimo servizio ricevuto, anzi subìto, da chi ha affidato la propria auto al parcheggio FirstParking di Casavatore. «Sono stata attirata dal sito che si presentava come “parcheggio ufficiale dell’Aeroporto di Capodichino” – spiega N. D., insegnante di Salerno – Viaggio spesso, da Ciampino e da Fiumicino, ma un’esperienza tanto assurda non l’avevo mai vissuta. I parcheggi privati che si trovano nei pressi degli aeroporti di Roma sono eccellenti. Quello che è successo alla partenza da Napoli con mia madre è inaudito». La madre della signora N.D. è una 80enne che non avrebbe mai potuto affrontare il tratto a piedi imposto dall’azienda FirstParking di Casavatore a tutti i passeggeri della navetta con cui, una volta lasciata l’auto in custodia nel piazzale di via del Cassano 67, si arriva all’aeroporto di Napoli. «Quando l’autista ci ha detto che dovevamo scendere alla prima rotonda del viale che conduce al Terminal per la partenza, mia madre è caduta in un profondo sconforto – racconta N.D. – Io sono rimasta stupita e con gentilezza ho spiegato che sulla mail di risposta del FirstParking, quando ho prenotato, c’era scritto che il servizio prevedeva anche il trasporto al Terminal dell’aeroporto. Quell’uomo, però, si è più volte rifiutato di accompagnarci, ma con frasi offensive nei confronti di mia madre, anziana e con difficoltà di deambulazione». Più volte, infatti, racconta l’insegnante di Salerno, l’autista ha insultato i passeggeri che protestavano e prendevano le parti della donna sofferente. Il dipendente del FirstParking rispondeva: «Si vede che non siete mai venuti a Napoli», per fare intendere che si trovava al cospetto di un manipolo di provinciali con scarse conoscenze dei “metodi” con cui viene espletato il servizio di trasferimento all’aeroporto. Una consuetudine, evidentemente, tutta napoletana. Non solo, all’ennesima, ferma insistenza della figlia della 80enne e soverchiato dalle accuse degli altri passeggeri del pulmino, l’uomo ha ceduto rispondendo: «Eggià, ora vi dovrei accompagnare fin sopra all’aereo? La prossima volta, cambiate parcheggio». «Anche al ritorno dal nostro viaggio non è stato facile tornare in possesso della nostra auto – aggiunge l’insegnante – abbiamo dovuto attendere l’arrivo della navetta oltre tre quarti d’ora sotto il sole, in un pomeriggio rovente. E ho dovuto nuovamente fare numerose telefonate affinché venissero a prelevarci al Terminal, per le difficoltà di mia madre a raggiungere la rotonda indicata come luogo dell’appuntamento. Quella era la condizione che ci aveva già prospettato all’andata il primo autista, quando aveva tentato di scaricarci con modi bruschi oltre 300 metri distanti dall’aeroporto. Aveva detto con far minaccioso: «E quando tornate, fatevi trovare qui…». Alla fine ho ottenuto che ci venissero a prelevare al terminal. Ma, per lo meno, questa volta a guidare era un uomo anziano di grande gentilezza». La signora N.D. racconta che qualche settimana fa, costretta di nuovo a raggiungere l’Aeroporto di Napoli, ha preferito farsi accompagnare da amici piuttosto che affrontare una nuova disavventura con i parcheggi di Napoli falsamente “ufficiali” dello scalo di Capodichino.

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