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«Abbinante e Amato-Pagano: così arrivò finalmente la pace»

«Abbinante e Amato-Pagano: così arrivò finalmente la pace»

Le rivelazioni inedite. I racconti nel novembre del 2020 ai pm del neo pentito Vincenzo Iuorio

NAPOLI. “Antonio Abbinante ci disse che le guerre erano state fatte per errore, che avevamo troppi carcerati e bisognava fare gli affari. Su queste basi aveva chiarito con gli Amato-Pagano”. Era l’11 novembre 2020 quando Vincenzo Iuorio, allora neo pentito proveniente dalle file dei Sautto-Ciccarelli, raccontò ai pm antimafia ciò che aveva saputo a proposito della fine delle ostilità tra il clan del Monte Rosa e i ras di Melito e Mugnano. La tregua, poi diventata duratura, fu siglata sulla base della reciproca convenienza e a leggere le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, il ras Antonio detto “Cocc e’ pignata” capì l’importanza di non attirare ulteriormente l’attenzione degli investigatori e spinse per un accordo. Ecco altri passaggi dell’interrogatorio, con la consueta premessa che le persone citate devono essere ritenute estranee ai fatti narrati fino a prova contraria. “Con il clan Abbinante avevamo rapporti con il genero di Giovanni Esposito “o’ muort” e i figli di Esposito, per ragioni di cocaina che vendevamo a loro. Scarcerato Antonio abbinante, io, Genny Sautto e Domenico Ciccarelli andammo a casa sua, nel Monte Rosa, nello stesso palazzo di mia zia, tramite Armando Ciccarelli. In quest’incontro Antonio Abbinante ci disse che aveva chiarito con gli Amato-Pagano, che si erano fatte le guerre per errore, che bisognava fare affari”. La Dda, su indagini dei poliziotti della Squadra mobile di Napoli, indica nella parte finale dell’anno 2018 il periodo in cui fu ricomposta la frattura tra gli Amato-Pagano e gli Abbinante, probabilmente in concomitanza con la scarcerazione di Antonio Abbinante. Scrivono gli inquirenti dell’antimafia: “c’era un chiaro indice di distensione nei rapporti in quel periodo. Dagli atti dei procedimenti contro Claudio Cristiano alias “Bisio” si riscontra un summit di camorra tenutosi nel Monte Rosa il 16 febbraio 2018 tra soggetti provenienti da Melito, identificati in Edoardo Napoletano, Francesco Siviero, Giuseppe Siviero, Antonio Manna, Davide Siciliano, Claudio Cristiano, Maurizio Grandelli, che incontrarono Arcangelo Abbinante, Francesco Nocera, Andrea Arpino e Salvatore Iorio. L’accordo con gli Amato-Pagano venne trovato da Antonio Abbinante, assai probabilmente dopo la scarcerazione del 13 ottobre 2018 e in quell’anno di libertà il clan Abbinante ha rialzato definitivamente la testa aderendo comunque alla pax mafiosa imposta su Scampia dagli Amato-Pagano”. Nel 2021 gli Abbinante sono saliti di nuovo alla ribalta della cronaca per l’inchiesta che ha coinvolto Antonio Abbinante, Raffaele Abbinante, Paolo Ciprio, Antonio Esposito e Salvatore Morriale. L’indagine verte sull’associazione camorristica e sul tentato omicidio, mai attuato, di Luigi Rignante, un affiliato accusato di aver intrattenuto una relazione con la moglie di un detenuto del clan. Proprio sulla circostanza che il delitto non è stato consumato si giocherà la battaglia tra accusa e difesa: i pm della Dda e la Squadra mobile della questura, che ha condotto le indagini, ritengono che solo per caso non sia stato compiuto il reato mentre presumibilmente gli avvocati degli indagati hanno sostenuto che non può svolgersi un processo alle intenzioni.

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