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29 Agosto 2023 - 08:00
NAPOLI. Secondo il gip potrebbe ancora agevolare le attività criminali del compagno boss, ma al tempo stesso gli arresti in casa sarebbero una misura cautelare sufficiente a scongiurare la reiterazione del reato. L’udienza di convalida che ieri mattina ha portato Piera Longo davanti al giudice del tribunale di Napoli Nord, Fabrizio Forte, si è così conclusa con un importante colpo di scena: la donna arrestata la scorsa settimana in compagnia del ras latitante Luigi Cacciapuoti è stata scarcerata. La 51enne, difesa dagli avvocati Luigi Poziello e Raffaele Chiummariello, già nel tardo pomeriggio di ieri ha così lasciato il penitenziario femminile di Pozzuoli per fare rientro nella propria abitazione di Villaricca. Piera Longo, a differenza di Cacciapuoti, nel corso dell’udienza ha deciso di non avvalersi della facoltà di non rispondere, affidando al giudice la propria versione dei fatti. La donna ha, sì, ammesso di avere un legame con il ras, o comunque di conoscerlo, ma ha sostenuto di non essersi mai attivata in alcun modo per favorirne la latitanza. Una ricostruzione che non ha convinto fino in fondo il gip, che tuttavia ha ritenuto di accogliere le argomentazioni del tandem difensivo Poziello-Chiummariello, concedendo alla 51enne i ben più confortevoli arresti domiciliari. A sorpresa, quindi, già ieri pomeriggio Piera Longo ha lasciato il carcere di Pozzuoli per fare ritorno a casa. Resta invece dietro le sbarre il capoclan Luigi Cacciapuoti, il cui arresto è stato convalidato sabato scorso con contestuale emissione di custodia cautelare in carcere. Così ha deciso il gip del tribunale di Napoli Nord, Daniele Grunieri, alla fine dell’udienza a carico del ras di tenutasi nel carcere di Secondigliano. Il 64enne, oltre ai 15 anni da scontare per la condanna definitiva per associazione mafiosa, deve rispondere anche di possesso di documento di identità falso e contraffazione di patente di guida. Ma, anch’egli difeso di fiducia dagli avvocati Poziello e Chiummariello, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il blitz che ha portato dietro le sbarre Luigi Cacciapuoti, lattante dal 15 febbraio scorso, è durato circa 3 minuti. Ma a dimostrazione dell’efficienza dei carabinieri del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna (coordinati maggiore Coratza) per la fase decisiva dell’irruzione nella villetta di Varcaturo sono bastati 47 secondi. Prima l’ingresso dei militari forzando il cancello; la donna, Piera Longo, che si alza da un lettino prendisole ed entra in casa; infine “Gigi” bloccato sul lettino su cui era steso. Sembrava un fantasma Luigi Cacciapuoti e invece ora dovrà scontare 15 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso ed era sparito dalla circolazione poco prima che la condanna diventasse definitiva. I militari dell’Arma lo hanno cercato a lungo, coordinati dalla Dda di Napoli, e grazie a indagini tradizionali e tecniche, al monitoraggio dei social e dei movimenti finanziari sono riusciti a circoscrivere l’area di Varcaturo in cui il 64enne era verosimilmente nascosto.
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