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30 Agosto 2023 - 08:40
CAIVANO. “I bambini si amano, non si stuprano”, si legge su un cartello del corteo di ieri a Caivano. E ancora: “Fermiamo gli stupratori e gli spacciatori”. La risposta dello Stato è forte: domani nel famigerato Parco Verde arriverà la premier Giorgia Meloni; lo ha detto don Patriciello, il sacerdote anticlan. L’orrore delle due cuginette violentate dal branco non può passare impunito. Quel quartiere - presidiato dai carabinieri - è in subbuglio: si racconta - ma non è narrazione fantasiosa - che il clan abbia bloccato la gente, “invitandola” a disertare la manifestazione, in strada sono scese 200 persone circa. È altresì una certezza che sono stati fatti “sparire” le centinaia di pusher, la cui attività, meglio quella dei capi delle piazze di spaccio, consente di fare di Caivano, insieme alla 167 di Brusciano e al Rione Salicelle di Afragola, uno dei lati del “triangolo della morte”. Don Patriciello spiega: «Ho mandato un messaggio al presidente del Consiglio e subito mi ha risposto. Sono sicuro che verrà con delle proposte concrete». Serve compattezza ma, se Vincenzo De Luca ci sarà, si sfila Elly Schlein. Però fa la concessione: «È giusto andarci, perché gli abitanti segnalano un’assenza dello Stato, della comunità, dei servizi. Ma importa, nell’andarci, quello che si lascia». Lei, il Pd, ci andranno un’altra volta. «La vostra presenza mi conforta e mi conferma che bisogna chiamare a raccolta i buoni - ha detto don Maurizio Patriciello - In questo quartiere non ho mai chiesto di venire e non ho mai chiesto di andare via perché mi sentirei un traditore Il presidente De Luca ha detto che qui lo Stato non c’è, questa è la diagnosi, noi adesso ci aspettiamo la terapia». In circa 40 minuti il corteo ha percorso le strade del Parco Verde, dalla chiesa al centro sportivo Delphinia, la struttura fatiscente e degradata dove si sarebbero consumate alcune delle violenze del branco. È il luogo che la premier ha assicurato verrà in tempi brevi ripristinato. I cittadini spiegano che una sola cosa è importante: «Le promesse vengano mantenute». Stop al ghetto degli orchi, ai camorristi. Ma non solo. Bisogna vedere cosa fare di quei palazzoni anonimi e ravvicinati: tra le ipotesi, una “azzardata”, la stessa soluzione per le Vele di Napoli, abbattimenti “mirati”. Quei casermoni di cemento ospitano 6 mila abitanti, dovevano essere provvisori per poi essere riqualificati e assegnati, e che invece divennero permanenti, l’eredità del padre al figlio, oppure occupati dalla criminalità organizzata. È trascorso mezzo secolo... «Qui le povertà sono tante - ha aggiunto don Patriciello - alla porta della parrocchia c’è anche chi bussa perché non ha la possibilità di acquistare un litro di latte per i propri figli. Lo Stato, ha osservato ancora il sacerdote ci deve essere, con le strutture ed i servizi, servizi mai realizzati. Questo quartiere a mio giudizio non doveva mai nascere». Ma in cuor suo sa che qualcosa sta per cambiare, si percepisce nell’aria. «Il compito è arduo ma i carabinieri sono forti - dice un cittadino “coraggioso” - la bonifica questa volta si farà».
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