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Musicista ucciso, l’assassino rischia solo 20 anni

Musicista ucciso, l’assassino rischia solo 20 anni

Il nipote del ras dei Quartieri è incensurato e potrebbe tornare in libertà. Le telecamere lo incastrano, ma i trascorsi criminali sono a suo favore

NAPOLI. Il 17enne dei Quartieri Spagnoli assassino di Giovanbattista Cutolo rischia una condanna a 20 anni, non certo all’ergastolo, e tra una decina d’anni potrebbe anche tornare in libertà. I precedenti che riguardano minorenni alla sbarra per omicidio sono diversi e il pugno duro, nonostante l’indignazione della piazza per l’efferatezza del reato, non è mai stato mai utilizzato. Nel caso specifico siamo di fronte a un incensurato, denunciato una sola volta per tentata truffa a un anziano e responsabile a 13 anni, quando non era imputabile, di un tentato omicidio derubricato poi in lesioni gravi. Circostanze che avranno un peso nel prosieguo del procedimento penale, così come al contrario inciderà l’assenza di un movente alla base del delitto. Senza voler anticipare il processo, dando per scontato il rinvio a giudizio, appare chiaro che la battaglia tra accusa e difesa verterà sulla volontarietà o meno dell’omicidio: per i pm della procura per i minorenni, il gip e la polizia giudiziaria c’è stata; per l’avvocato dell’indagato, il ragazzo si è difeso sentendosi in pericolo di fronte a un giovane alto e grosso con in mano una bottiglia di vetro.

Al massimo quindi, secondo questa tesi, si sarebbe trattato di eccesso colposo di legittima difesa. Un sentiero impervio, visto che non esistono immagini o testimonianze che lo dimostrino, ma percorribile in aula. Del resto la prova si forma in dibattimento. Oggi il 17enne, detenuto a Nisida su ordinanza di custodia cautelare, ha ricevuto la visita del padre dopo che i colloqui sono stati sbloccati. Il difensore, che probabilmente presenterà ricorso al tribunale del Riesame, gli parlerà nei prossimi giorni. Davanti al gip è apparso consapevole di quanto è accaduto e spavalderia iniziale in questura, mai però accompagnate da risate o frasi di scherno, è svanita. Sia al pm che al giudice per le indagini preliminari ha sostenuto di essersi difeso, ma i 3 proiettili contro Giovanbattista Cutolo e le immagini della videosorveglianza lo smentirebbero: soprattutto il colpo esploso mentre il 24enne musicista era di spalle. Sulla pistola nel frattempo sono cominciati una serie di accertamenti tecnici. Imparentato con due boss dei Quartieri Spagnoli ma senza essere organico a nessun clan, il 17enne reo confesso non ha il tipico profilo del predestinato al crimine da adulto.

Da anni non aveva grane con la giustizia e dopo l’episodio del tentato omicidio, assegnato ai servizi sociali, ha compiuto senza problemi il percorso previsto in casi del genere. L’avvocato che lo assiste, Davide Piccirillo del foro di Santa Maria Capua Vetere, spera di giocarsi le sue carte già al Riesame. Ai funerali di Giovanbattista Cutolo nessun familiare del 17enne sarà presente. Il padre, in un’intervista rilasciata a Fanpage, ha chiesto perdono alla famiglia del giovane ucciso. «Immaginiamo il ragazzo a terra, i familiari che non lo vedranno più... tutto ciò ci sta distruggendo l’anima. Chiedo perdono al padre, alla madre, alla famiglia, ai compagni. Mio figlio deve pagare per ciò che ha fatto».

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