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06 Settembre 2023 - 14:25
«DOMANI ANDRò DALLA PREMIER MELONI». «Domani andrò dalla premier Meloni soprattutto per questo, perché lei mi è molto vicina, le istituzioni sono venute tutte. La morte innocente di Giovanbattista deve servire al riscatto dell'umanità, è stato un crimine contro l'umanità uccidere mio figlio». Così al termine dei funerali Daniela Di Maggio, la mamma di Giogi
L'INNO ALLA GIOIA. L'inno alla Gioia eseguito dai musicisti dell'Orchestra Scarlatti e del Conservatorio di San Pietro a Majella accompagnano l'uscita del feretro di Giovanbattista Cutolo dalla chiesa del Gesù Nuovo di Napoli. Si conclude così il funerale del musicista di 24 anni, ucciso a colpi di pistola in piazza Municipio lo scorso 31 agosto da un ragazzo di 17 anni. Un lungo applauso ha salutato per l'ultima volta la bara bianca portata in spalla dagli amici di Giogió. Fuori la chiesa, in piazza del Gesù, migliaia di persone hanno atteso la conclusione della cerimonia e l'uscita del feretro.
L'ABBRACCIO DEI GENITORI CON GEOLIER. Lungo abbraccio tra il trapper Geolier, amatissimo dai giovanissimi, e i genitori di Giovan Battista. All'uscita della chiesa, a margine della cerimonia funebre, ha detto: «Ragazzi sognate, non dovete pensare che è finito tutto, non sono finiti i sogni. Oggi abbiamo perso tutti quanti, abbiamo perso come città ha perso la mia generazione, io ho 24 anni, Giogiò ne aveva 24. Dobbiamo iniziare a pretendere, a modificare questo stato di cose questa epoca e la mentalità.»
«Le canzoni, i film? No, dobbiamo cambiare noi. Io ho visto tanti film quando ero picccolo e non mi hanno minimamente influenzato... è che i ragazzi non hanno sogni, non credono più nelle Chiese, nello Stato, credono a quello che vogliono credere. Sono le strade che influenzano i ragazzi. E non è solo un fatto che riguarda i genitori, è un problema culturale. A me il rap non mi ha salvato dalla strada ,sono stati i miei genitori a farlo, il rap mi ha semmai salvato dalla fabbrica...» ha concluso Geolier.
L'OMAGGIO DI MARCO ZURZOLO. Il sassofonista Marco Zurzolo suona con i compagni d'orchestra di Giògiò. La musica struggente avvolge la chiesa, mentre in pochi riescono a trattenere le lacrime.
L'OMELIA DELL'ARCIVESCOVO BATTAGLIA. L'arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia ha aperto la celebrazione funebre per Giovanbattista dicendo: «Non siamo qui per pregare per Giogiò, ma per pregare con Giogiò» (qui il testo dell'omelia). I ragazzi del Conservatorio e dell'Orchestra Scarlatti in cui il ventiquattrenne suonava stanno accompagnando il rito con la loro musica. La madre e alcuni amici del ragazzo indossano una maglia bianca con sopra il suo strumento, un corno di colore nero e stilizzato.
«Il pianto dei giovani amici di Giovanbattista aiuti questa città, questa comunità, a mettere da parte distrazioni e banalità, diffidenza e rassegnazione, ad essere madre che partorisce, che dona vita ai suoi figli. Le lacrime della sua famiglia e di chi lo ha amato ci aiutino a pulire i nostri occhi offuscati e vedere che il bene è superiore al male, che la parte sana della nostra città è di gran lunga più ampia di quella malata. E che proprio per questo è arrivato il momento che si faccia sentire e vedere. Ancora troppi sono i silenzi che fanno male» ha detto Battaglia.
LA LETTERA DELLA SORELLA. «Napoli sei tu, non è Gomorra, non è Mare fuori o il Boss delle cerimonie». Lo ha detto Ludovica Cutolo, parlando con un microfono dall'altare della chiesa del Gesù Nuovo, dove sono appena cominciati i funerali del fratello, Giovanbattista, musicista ucciso a 24 anni nei pressi di piazza Municipio da un 17enne. «Uso il presente perché è l'unico tempo che conosci» dice Ludovica leggendo la lettera scritta per Giovanbattista. «Uso il presente perché è l'unico tempo che conosco anche io con te» ribadisce prima di concludere: «Mamma sta lottando per te, con la forza di cento uomini perché non puoi essere definito da quello che ti è successo. Io non sono figlia unica. Siamo sempre Giogió e Lulù».
IL DOLORE DELLA MADRE. «Ergastolo per il balordo, ergastolo per il balordo. Non è giusto». Lo ripete la mamma di Giovanbattista. «Quel balordo ha ammazzato una comunità intera», dice ancora la mamma. "Dobbiamo cambiare la storia con la morte di Giogiò, la sua morte è stato un sacrificio - ha aggiunto - era un faro, è inaccettabile. Gli ho preparato il vestito perché ci teneva al concerto con la Scarlatti ed ora è nella bara».
I PRESENTI. Prima dell'inizio dei funerali di Giovanbattista Cutolo sono arrivati in chiesa il ministro Gennaro Sangiuliano, che ha abbracciato a lungo la mamma, e il governatore Vincenzo De Luca. Lungo abbraccio anche con il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. In chiesa anche il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, il sottosegretario Pina Castiello, il vicepresidente della Camera Sergio Costa. Presenti i parlamentari Francesco Emilio Borrelli, Roberto Speranza e diversi esponenti delle istituzioni, come Antonio Bassolino, e della Cultura, come Maurizio De Giovanni e il musicista Marco Zurzolo.
L'ARRIVO DEL FERETRO. Applausi in chiesa all'arrivo della salma di Giovanbattista Cutolo, il musicista di 24 anni ucciso a Napoli. La bara bianca viene abbracciata dalla mamma che si chiede «perché» e chiede anche «giustizia». Alla sua richiesta di nuovo applausi in chiesa. Sulla bara il corno che suonava il giovane ed una sua foto. All'esterno della chiesa è stato affisso uno striscione che recita “Nessuno muore finché vive nel cuore di chi resta. Giustizia per Giovanni". Dall'altra parte della piazza, davanti alla facciata laterale della basilica di Santa Chiara, il Comune ha allestito un maxischermo per consentire a più persone di assistere al rito funebre.
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