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07 Settembre 2023 - 08:10
NAPOLI. Sempre più famelici, i clan di Napoli Ovest starebbero esplorando nuovi business criminali in materia di stupefacenti. Una strategia già di suo quantomai pericolosa per la salute pubblica, ma che, alla luce degli ultimi blitz, potrebbe presto rivelarsi ancora più fatale. All’indomani del sequestro di un discreto quantitativo di cocaina rosa, infatti, gli investigatori che stanno lavorando al caso sospettano che in circolazione possa già esserci una grossa partita ancora da intercettare. Gli effetti della cocaina rosa, detta anche “2C”, vale la pena ricordarlo, allo stato attuale sono ancora in parte sconociuti. La sostanza, nonostante il prezzo di acquisto tutt’altro che accessibile, avrebbe però già un notevole giro di consumatori. Il sequestro è maturato nell’ambito di un servizio a largo raggio dei carabinieri della compagnia di Bagnoli che hanno setacciato le strade del rione Traiano. Rinvenuta, all’interno di un muro perimetrale di un complesso residenziale di via Catone, da tempo ritenuta dagli inquirenti la principale roccaforte del clan Cutolo, una busta con all’interno 337 grammi di hashish, 300 grammi di marijuana, 84 grammi di cocaina e 11 grammi di “tusi” (quella chiamata “la cocaina rosa”). Nella busta anche la somma di 540 euro (nella foto in basso). Indagini in corso da parte dei carabinieri del nucleo operativo finalizzate all’individuazione dei responsabili. Venduta a 400 euro a dose, la cocaina rosa, denominata in gergo tenico 2C-B (o 4-bromo-2,5-dimetossi-feniletilamina) fu sintetizzata da Alexander Shulgin nel 1974 ed è una sostanza psicoattiva con pesanti effetti di tipo psichedelico. Fu inizialmente commercializzata come farmaco afrodisiaco e venne impiegata anche nel trattamento delle patologie psichiatriche, ma a causa dei suoi effetti psicoattivi si decise di ritirarla dal mercato. Purtroppo la sostanza cominciò ad essere impiegata per altro e divenne a tutti gli effetti uno stupefacente, assunto per via orale o per inalazione. In certi ambienti viene chiamata “2C” oppure “Tusì”, nome derivato dal suo presunto creatore. Viene chiamata anche cocaina rosa per il suo colore. Il suo elevato costo, si parla di 400 euro a dose, l’hanno resa una droga per ricchi. Basti pensare che è stata menzionata anche nell’inchiesta che vede come indagato l’imprenditore Alberto Genovese. La cocaina rosa è un prodotto di laboratorio. Molti dei suoi effetti sono noti mentre altri devono essere scoperti. Può provocare allucinazioni e visioni. Dopo l’euforia iniziale, si passa presto ad agitazione, tremori fino a veri e propri attacchi di panico.
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