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Il papà di Genny Cesarano: «Napoli purtroppo non cambia»

Il papà di Genny Cesarano: «Napoli purtroppo non cambia»

NAPOLI. Una serata per ricordare i ragazzi vittime innocenti uccisi a Napoli. Nella Basilica di Santa Maria della Sanità a Napoli, si è tenuta l’iniziativa “Nel nome del figlio”. Nel giorno del funerale di Giovanbattista Cutolo, dopo la messa delle ore 18, i genitori di alcuni ragazzi vittime della violenza criminale hanno raccontato la storia dei loro figli. Anche quella del 17enne Genny Cesarano, ucciso otto anni fa durante una “stesa” alla Sanità. Un dolore che si rinnova, alla luce dell’omicidio Cutolo: «Napoli purtroppo non sta cambiando. Ma so che oggi tutti dobbiamo fare più ancora la nostra», dice Antonio Cesarano, il padre del ragazzo. «Io non sono d’accordo - prosegue - sulle leggi pesanti, chiedo invece per i giovani di Napoli che ci siano assistenti sociali, chiedo più interventi a livello di scuole aperte, di maestri di strada, affinché si possa tutti insieme capovolgere questa cultura della violenza». Tra le testimonianze anche quella di Giovanni Durante, il papà di Annalisa, che fu uccisa a Forcella durante un agguato a Salvatore Giuliano; Gaetano De Pandi, il papà di Fabio, ammazzato da una pallottola vagante nel rione Traiano durante un agguato di camorra. Con loro il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, l’assessore alla Sicurezza della Regione Campania Mario Morcone, don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Polis, Fabio Greco, presidente della Terza Municipalità Stella-San Carlo all’Arena, Emanuela Perillo, referente Presidio libero centro storico “Genny Cesarano e Ciro Colonna”, Bruno Vallefuoco, papà di Alberto, coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalià, don Luigi Calemme, parroco della Basilica di Santa Maria della Sanità.

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