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Don Patriciello: «Creano terrore con i mitra»

Don Patriciello: «Creano terrore con i mitra»

CAIVANO. «Ci sono persone mascherate che arrivano in moto ad alta velocità con i kalashnikov sulle spalle e sparano all’impazzata. Il quartiere va nel terrore, basta poco per morire colpito da un proiettile vagante. È pericoloso, qualcosa di inconcepibile. Le forze dell’ordine in questi giorni si stanno facendo in quattro, ma queste persone volano alla velocità della luce, avviene tutto in fretta e poi scappano via. La gente è nuovamente entrata nel terrore, è la terza volta che accade un episodio simile da quando a Caivano è venuto il presidente del consiglio. Io leggo questa cosa come una sfida allo Stato. Come se volessero dire che non hanno paura dello Stato, questa è la chiave di lettura». Così don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano. «La camorra vuole il silenzio. Io vivo sotto scorta, ma non ho soldi, mi minacciano perché hanno paura della parola. La mia parola fa paura. La camorra vuole il silenzio, vuole il buio, perché conviene creare il ghetto, non vuole che Caivano comunichi, non vuole la solidarietà». Poi s’affida a Gesù: «Siamo stanchi. Sfiniti. Ma dobbiamo raccogliere le forze. Signore, donaci la forza di non mollare». «All’interno del ghetto, il boss è il re e in questo momento in cui lo Stato è arrivato e la presenza si vede nelle strade, la camorra non lo vuole. I topi si sentono stanati. Volti coperti, armi pesanti in mano. Sfrecciano per i viali sparando all'impazzata. Quindi, approfittando della tarda ora, sono arrivati e hanno dato questa manifestazione di forza per dire che loro non hanno paura. E finanche di mattina, tra la gente. So che il governo non ci lascerà soli, sono convinto che ora qualcosa succederà. Ci sono state tante passerelle, sappiamo come funziona la politica ma credo che questa volta qualcosa succederà. Il Signore non vuole che le strade di Caivano si riempiano ancora di sangue». Don Maurizio Patriciello parla di camorra, ma a Caivano che tipo di malavita esiste? Le sue sono affermazioni pesanti quanto un macigno, che invitano a fare delle serie riflessioni. Ovviamente quando si parla di clan si fa di tutta l’erba un fascio. La camorra è una organizzazione piramidale, che certamente a Caivano è stata azzerata dalla magistratura napoletana e dalle forze dell’ordine, che nel giro di poco più di un anno hanno messo alle corde quelli che un tempo erano i signori del malaffare, rappresentati da boss dello spessore di Nicola Sautto, Domenico Ciccarelli e Massimo Gallo. Oggi in circolazione ci sono solo ed esclusivamente “cani sciolti”, veri e propri “quaquaraqua”, al massimo “aspiranti” emissari, quasi tutti mezze “cartucce” che, una volta arrestati, magari preferiscono passare dalla parte dello Stato per non scontare pesanti condanne. Tutti uomini senza valore, che hanno ucciso e fatto uccidere solo per dimostrare il loro potere. Qualche anno fa, venne ucciso il giovane Antonio Di Natale, uno dei tanti giovani del posto che preferirono i soldi facili a quelli guadagnati con il sudore. Questo efferato assassinio venne ordinato per lanciare un messaggio. Oggi si attende ancora che scattino le misure a carico di tutti quelli che ebbero un ruolo. Forse qualche pentito ha raccontato la sua verità su quest’assassinio, ma la verità è sempre la stessa: “Gli essere umani nascono buoni ma la società li ha resi cattivi”. Una citazione che Jean-Jacques Rousseau (padre nobile dei diritti dell’uomo e della politica dei moderni) ha chiosato nel corso della seconda metà del ’700. A tre secoli di distanza, nulla è cambiato. Quello che resta solo le passerelle e tante chiacchiere. In serata don Patriciello ha poi celebrato la Messa vespertina.

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