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Pietro Savio torna in libertà

Pietro Savio torna in libertà

Il figlio del boss Mario “’o bellillo” era finito in carcere nel 2020 per la rapina di un Rolex

NAPOLI. È tornato ad agosto ai Quartieri Spagnoli dopo un’assenza di due anni e mezzo, libero e senza misure di sicurezza a carico. Pietro Savio (nella foto con il padre Mario), 35enne figlio del boss ergastolano Mario “’o bellillo”, ha pagato il debito con la giustizia e si è visto nuovamente tra vicoli a ridosso di via Toledo. Le cronache non si occupavano di lui da ottobre 2020, quando la polizia lo arrestò eseguendo una misura cautelare per una rapina di Rolex dopo aver condotto brillantemente le indagini. Nell’inchiesta gli fece compagnia, ottenendo però i domiciliari, Giovanni De Crezio detto “Boban”, ferito anni prima nel corso dell’agguato costato la vita a Mario Mazzanti.

Pietro Savio, al quale il padre chiedeva pubblicamente di non seguire le sue orme nel periodo della pubblicazione del libro “La mala vita”, fu arrestato per la prima nel 2012 a Formia proprio insieme al genitore mentre a San Felice al Circeo scattavano le manette, nell’ambito dello stesso procedimento penale, un’altra coppia celebre dei Quartieri Spagnoli: Enrico “’e Fraulella” e Gennaro Ricci, anch’essi padre e figlio. Le accuse, poi cadute, riguardavano una tentata estorsione. “’O’ bellillo” e l’allora 24enne avevano l’obbligo di firma tre volte a settimana presso i carabinieri pontini, che li bloccarono mentre entravano.

Ma è nel 2020, a ottobre, che Pietro Savio fu conosciuto anche al di fuori dei Quartieri Spagnoli. Secondo l’accusa era stato lui insieme al complice a picchiare un turista inglese a Montecalvario per strappargli dal polso un orologio del valore di circa 5000 euro di valore. L’episodio era avvenuto il giorno di Ferragosto precedente: la vittima fu pedinata fino a vico Lungo Teatro Nuovo, dove venne aggredita da un giovane che con mossa fulminea gli portò via il prezioso oggetto.

Subito dopo fu raggiunto da un complice in sella a uno scooter e i due si allontanarono dalla zona a tutto gas. Due mesi solo di indagini bastarono al personale della Squadra Mobile della Questura di Napoli, guidata dal dirigente Alfredo Fabbrocini, per recuperare la refurtiva e riconsegnarla al turista inglese. Per Pietro Savio fu disposto l’arresto in carcere mentre a Giovanni De Crezio furono subito concessi i domiciliari. L’attività investigativa, coordinata dalla Procura ordinaria della Repubblica di Napoli, riuscì a ricostruire le fasi antecedenti e quelle successive al reato, delineando il modus operandi dei i rapinatori.

Molto più conosciuto di Pietro è il padre Mario, soprannominato fin da piccolo “’o bellillo”, ex Nco passato poi con il clan Mariano. All’ergastolo per l’omicidio di un boss della ndrangheta, la più grave tra le condanne a carico risale al 2018 al termine di un processo contro il clan Mariano. Nonostante il carcere a vita, a causa di precarie condizioni di salute Savio è rimasto per un lungo periodo in libertà. È diventato famoso per un toccante intervento al “Maurizio Costanzo show” chiedeva al figlio, allora 17enne, di non seguire le sue orme.

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