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Raid alla Torretta, cinque indagati

Raid alla Torretta, cinque indagati

La Squadra Mobile di Napoli ha notificato quattro dei cinque provvedimenti di fermo emessi dalla Procura in relazione a una inchiesta - che vede diversi indagati - su serie di raid a colpi d'arma da fuoco che si sono succeduti di recente nella zona della cosiddetta "Torretta" del capoluogo partenopeo. Uno dei destinatari dei provvedimenti emessi al momento è irreperibile e la Polizia di Stato è da qualche giorno sulle sue tracce.

Tra i reati contestati dagli inquirenti figura anche l'associazione a delinquere di tipo mafioso. I provvedimenti di fermo sono stati emessi dopo una scorribanda armata da parte di alcune persone che imbracciavano un kalashnikov, episodio che ha destato particolare allarme. Per fortuna, in quell'occasione, non sono stati esplosi colpi. Tra i destinatari dei provvedimenti figura anche Giovanni Strazzullo, ritenuto a capo dell'organizzazione malavitosa legata all'Alleanza di Secondigliano che imponeva il racket ai parcheggiatori abusivi della zona della "torretta". I raid sarebbero stati commessi per imporre la supremazia in quel territorio del gruppo malavitoso legato a Strazzullo nipote di un elemento di spicco del clan Licciardi.

Quest'ultima organizzazione camorristica fa parte, con i clan Contini e Mallardo, dell'Alleanza di Secondigliano, acerrimi nemici del clan Mazzarella con il quale sono in lotta e a cui sono federati i gruppi che Strazzullo vuole scalzare, a colpi d'arma da fuoco, insieme con i suoi complici. Ieri il gip di Napoli non ha convalidato il fermo emesso nei suoi riguardi ma ha disposto comunque la custodia cautelare in carcere.

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