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15 Settembre 2023 - 09:31
Omicidio Zinco, carcere a vita confermato in appello per il boss di Cavalleggeri. Dieci condanne in secondo grado: il capozona di Soccavo Patrizio Allard incassa 30 anni, Maurizio Bitonto 20
NAPOLI. Una nuova, pesantissima tegola giudiziaria si abbatte sulla testa del boss di Cavalleggeri d’Aosta, Alessandro Giannelli. Accusato di essere stato il mandante e l’esecutore dell’omicidio di Rodolfo Zinco “’o gemello”, il ras di Napoli Ovest ieri mattina si è visto ribadire la condanna all’ergastolo. Nessuno sconto, dunque, da parte della Quarta sezione della Corte d’assise d’appello che, dando pieno accoglimento alle richieste di pena avanzate dalla Procura, ha confermato il carcere a vita per il ras noto come “Schwarz”. Ribadite anche le condanne per gli presunti componenti del gruppo di fuoco: il capozona del rione Traiano Patrizio Allard ha incassato 30 anni di carcere (in primo grado era stata esclusa l’aggravante della premeditazione), mentre Maurizio Bitonto, difeso dall’avvocato Rocco Maria Spina, se l’è cavata con 20 anni.
Alcune, non trascurabili, riduzione di pena hanno invece riguardato gli imputati che dovevano a vario titolo rispondere di associazione mafiosa: Francesco Cotugno “’o micione”, difeso da Antonio Rizzo e Giuseppe Perfetto, e Gennaro Marrazzo si sono visti ridurre la condanna a 10 anni e 8 mesi di carcere a testa; Diego Iuliano ha rimediato 4 anni, Marco Battipaglia 9 anni e 4 mesi, Aniello Mosella 9 anni. Confermate infine le pene inflitte in primo grado ad Alessandro De Falco e Pasquale De Vita, che hanno incassato nuovamente 5 anni e 4 mesi di carcere ciascuno. Dopo un lungo periodo di stallo, le indagini sull’omicidio di Rodolfo Zinco, trucidato nella zona di Coroglio il 22 aprile 2015, sono arrivate a una svolta grazie al pentimento eccellente di Gennaro Carra, che con le sue rivelazioni ha contribuito a fare luce sull’assassinio di Zinco.
“’O gemello”, storico esponente della Nuova mafia flegrea, dopo la sua scarcerazione aveva deciso di tornare in pista e rientrare in affari, una mossa che avrebbe fatto scattare il regolamento di conti che, complici anche alcune gravi ruggini pregresse, gli sarebbe costato la vita. La sua intenzione entrava infatti in rotta di collisione con il clan che in quel momento si era impossessato della gestione del crimine a Napoli Ovest. E proprio per questa ragione venne attirato in una trappola e ucciso a colpi di pistola a pochi passi da casa. Tra i destinatari delle misure cautelari eseguite a novembre 2020 figuravano così il presunto mandante, il ras Alessandro Giannelli, e gli esecutori materiali dell’omicidio di Zinco. L’ultimo in ordine di tempo a ricostruire la vicenda è stato il neo pentito Gennaro Carra, ex numero due del clan Cutolo del rione Traiano, ma del delitto aveva parlato in tempi recenti anche l’ex boss pianurese Salvatore Romano “muoll muoll”. Tornando invece a Carra, sarebbe stato proprio il ras Alessandro Giannelli a impartire l’ordine di morte. Il delitto sarebbe stato poi organizzato insieme al suo braccio destro Maurizio Bitonto, incaricato di guidare uno degli scooter usati per il raid. Alle fasi esecutive avrebbe poi preso parte anche Patrizio Allard. Il tutto grazie all’appoggio del clan Cutolo di Soccavo.
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