Tutte le novità
15 Settembre 2023 - 09:36
Pusher nel mirino del clan per un debito, una cimice tradisce l’ultimo reggente. Presi anche il figlio di “’o mellone” e il cognato. Un arresto nei “Fraulella”
NAPOLI. La pianificazione dell’agguato viene registrata in diretta e a Ponticelli scatta il blitz-lampo finalizzato a scongiurare l’ennesima guerra di camorra. A finire in manette, raggiunto da un decreto di fermo emesso dalla Dda, è stavolta uno dei pezzi da novanta della mala di Napoli Est: Ciro Naturale, alias “’o mellone”, 46enne reggente del temibile clan De Micco. Il ras è stato catturato dalla polizia e insieme a lui sono finiti nelle maglie della giustizia anche il figlio, Giovanni Naturale, e il cognato Carmine Verdemare, altra vecchia conoscenza delle forze dell’ordine dalla fedina penale chilometrica. La retata è scattata quando i poliziotti della Squadra mobile e del commissariato Ponticelli sono incappati in un’intercettazione dai contenuti a dir poco allarmanti.
Stando a quanto riportato nel decreto di fermo, il presunto commando stava infatti organizzando un’incursione armata ai danni di uno spacciatore della zona di via Carlo Miranda che aveva contratto un importante debito, mai saldato, con il ras Naturale. Nel corso della conversazione è stata registrata anche una frase che gli inquirenti hanno ritenuto a prova di equivoco: «Andiamo a prendere la cosa». Un possibile riferimento a un’arma da fuoco, tanto che nei minuti successivi i microfoni piazzati nell’auto nella disponibilità del commando hanno captato anche dei rumori metallici simili a quelli di una pistola che scarrella. Ritenuti il carattere di urgenza e la gravità del quadro indiziario, la Procura ha così deciso di entrare in azione e per Ciro Naturale, il figlio Giovanni e il cognato Carmine Verdemare sono subito scattate le manette. Vale la pena ricordare che a inizio luglio “’o mellone” era sopravvissuto alle gravissime ferite riportate nel corso di un agguato ai suoi danni.
Il presunto raid oggetto dell’ultima indagine non sarebbe però collegato a quell’episodio e dunque a una possibile vendetta, magari nei confronti degli ex alleati del clan De Martino, ma di un regolamento di conti interno alla paranza capeggiata da Ciro Naturale, designato alla guida del clan dopo l’arresto del boss Marco De Micco per l’omicidio di Carmine D’Onofrio. I tre indagati ieri si sono presentati davanti al gip per l’udienza di convalida. Il loro difensore, l’avvocato Salvatore Impradice, puntando anche sul fatto che l’arma non sia mai stata ritrovata, si è battuto per la non convalida del fermo. Giovanni Naturale ha preso parola sostenendo la propria estraneità rispetto alla vicenda, mentre gli altri due sospettati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L’ultima parola spetta ora al giudice, che oggi dovrebbe sciogliere le riserve ed emettere l’eventuale ordinanza.
Ieri mattina si è poi tenuto l’interrogatorio di garanzia di Umberto Dello Iacolo, giovane leva del clan De Martino resosi irreperibile per settimane, che, difeso dall’avvocato Stefano Sorrentino, si è avvalso della facoltà di non rispondere. In serata è stato messo a segno un nuovo blitz: nel mirino della polizia il clan D’Amico: interrogati quattro sospettati, di cui uno è stato arrestato.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo