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16 Settembre 2023 - 08:39
NAPOLI. Le accuse spiccate a carico di Massimo Bruno, 43enne cognato del boss dei Mazzarella Salvatore Barile, non decollano e per il presunto responsabile della rapina horror il processo si conclude in un nulla di fatto. Per Bruno, sospettato di tentata rapina e del tentato omicidio di un poliziotto, la Procura aveva chiesto dieci anni di reclusione, ma il gip Campoli, accogliendo le argomentazioni dei difensori, gli avvocati Leopoldo Perone e Domenico Dello Iacono, ha invece deciso di assolvere l’imputato con formula piena. All’esito del processo di primo grado celebrato con la formula del rito abbreviato, è dunque emersa l’impossibilità di riconoscimento dell’autore del terrificante raid commesso il 22 agosto dello scorso. La difesa ha infatti prodotto una corposa documentazione clinica dalla quale sarebbe emersa l’incapacità di Massimo Bruno di guidare uno scooter, in quanto reduce da un grave infortunio alla gamba. L’indagine difensiva ha inoltre rilevato importanti incompatibilità tra i passaggi registrati dalle telecamere della zona e la dinamica degli spari. Preso atto dell’incertezza del quadro indiziario, il gip ha dunque assolto il cognato del boss Barile, disponendone l’immediata liberazione. Le indagini sul caso sembravano essere giunte a una svolta con la cattura di Bruno, arrestato il 27 ottobre scorso dalla polizia. Sono stati i Falchi della Squadra mobile della questura a risalire a lui per il tentato omicidio di un poliziotto il precedente 22 agosto nella zona di via Foria e a permettere l’emissione di una misura cautelare nei suoi confronti. La vicenda fu originata da una rapina per la quale intervenne in via Peppino De Filippo un agente libero dal servizio. Massimo Bruno, napoletano del quartiere Poggioreale, ha dovuto così rispondere di tentato omicidio aggravato, tentata rapina pluriaggravata, resistenza aggravata, porto abusivo di arma da fuoco ed evasione dagli arresti domiciliari. Gli investigatori l’hanno individuato sulla base di una serie di indizi tra cui la targa dello scooter su cui era riuscito a fuggire fino al riconoscimento da parte della vittima. Nell’occasione l’indagato indossava un casco a scodella e per circa un attimo l’uomo rapinato ebbe la possibilità di guardarlo in faccia. La notte del 22 agosto in via Peppino De Filippo un uomo armato, in sella a uno scooter Peugeot “Tweet”, tentò di perpetrare una rapina ai danni di un giovane passante, colpo sventato grazie al tempestivo intervento di un poliziotto libero dal servizio. Il rapinatore, sempre alla guida del proprio ciclomotore, si diede immediatamente alla fuga. Nel corso del successivo inseguimento, in via Aquileia, fu raggiunto dall’agente e, per guadagnare nuovamente vantaggio, avrebbe esploso all’indirizzo di quest’ultimo due colpi d’arma da fuoco, senza però centrarlo, riuscendo in tal modo a dileguarsi definitivamente. Massimo Bruno, già sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, era stato rintracciato nella propria abitazione. Adesso l’ultimo colpo di scena.
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