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20 Settembre 2023 - 08:48
Il timore del ras Sorianiello e quel legame del clan con l’alleanza di Secondigliano. Nell’area flegrea esplosi fuochi d’artificio anche all’alba per festeggiare i 26 arresti
NAPOLI. «Niente, ci hanno sfondato proprio!». «Lo so che vi hanno scassato». In casa di Simone Sorianiello, reggente del clan della “99” di via Catone in assenza del padre detenuto Alfredo “’o biondo” e di Giuseppe Mazzaccaro, il 24 aprile 2021 il giovane ras commentava con il rifornitore di droga Simone Bartiromo l’arresto di 5 fedelissimi per l’omicidio di Desmond Oviamwonyi e il ferimento di Morris Joe Idahosa. Un duro colpo soprattutto per la perdita dal territorio di Carmine Fenderico detto “Carminiello”, al punto che l’interlocutore consigliò al figlio del boss di stare attento: «Stai solo tu ora, non fare guai, non litigare con nessuno e pensa a guadagnare i soldi che devi guadagnare».
Una riflessione pragmatica, puntualmente registrata dalla microspia piazzata abilmente dai carabinieri del Nucleo investigativo nell’abitazione. Il giorno dopo l’esecuzione dell’operazione con 26 arresti contro il clan Sorianello (cui sono sfuggiti proprio Simone Sorianiello e Simone Bartiromo) dalle carte dell’inchiesta emergono nuovi particolari mentre sul territorio i nemici di camorra si sono fatti vivi due volte in poche ore: intorno alla mezzanotte di lunedì e ieri mattina. Erano appena le 6, un orario anomalo per manifestazioni simili, quando sono stati bissati i fuochi pirotecnici della sera precedente tra Rione Traiano, Soccavo e Fuorigrotta. Non è chiaro ancora con precisione quale clan li abbia fatti esplodere, tanto è vero che i sospetti degli investigatori ricadono sia sui Troncone che i Vigilia senza escludere un’iniziativa di malavitosi di Bagnoli o di Pianura.
Di certo il colpo inferto dalla Dda e dall’Arma non ha fatto piacere ai vertici dell’Alleanza di Secondigliano, pianeta camorristico intorno al quale orbitavano i Sorianiello. Un gruppo che dopo aver incassato l’omicidio di un altro figlio di Alfredo “’o biondo” si era gradualmente ripreso fino a occupare uno spazio importante nella malavita dell’area flegrea. Lo dimostrano il numero considerevole di piazze di spaccio gestite, il lancio sul mercato della cocaina boliviana al posto della colombiana (“buona, ma non ha l’odore che ti brucia il naso”), l’accumulo di armi da guerra fino alla realizzazione di un mini arsenale, le alleanze con gli Esposito-Calone-Marsicano, i contrasti con Massimiliano Esposito “’o scognato” e la guerra con i Troncone culminata in una clamorosa e audace “stesa” interamente ripresa dalle telecamere di videosorveglianza nei pressi del bar Troncone in via Caio Duilio.
Il provvedimento restrittivo, frutto di un’indagine dei carabinieri del Nucleo Investigativo dal 2019 al 2021, ha documentato: l’appartenenza degli indagati al clan Sorianiello; il controllo da parte del clan delle piazze di spaccio di sostanze stupefacenti attive all’interno del “parco della 99”; la forza di intimidazione nel controllo del territorio anche attraverso la contrapposizione armata con gruppi rivali; gli episodi estorsivi nella gestione delle attività illecite; la disponibilità di ben 38 armi da fuoco.
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