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22 Settembre 2023 - 07:30
NAPOLI. Neanche il tempo di assimilare il secondo ergastolo incassato pochi giorni fa per l’omicidio di Rodolfo Zinco, che per il boss Alessandro Giannelli è già tempo di fare i conti con una nuova, probabilissima tegola giudiziaria. Dopo la retata di luglio, la Procura non perde tempo e, dichiarate concluse le indagini preliminari, ottiene subito la fissazione del giudizio immediato per il ras di Cavalleggeri d’Aosta e altri nove imputati. Alla sbarra andranno dunque, oltre al capoclan noto come “Schwarz”, anche Marco Assalto, Cesare Ciro Di Giulio, Cristian Esposito, Gennaro Formicola, Alessandro Giannelli, Renato Langella, Zelinda Piscopo, Maurizio Quotidiano e Giovanni Ranavolo. L’appuntamento in aula è stato fissato dal gip Finamore per il prossimo 2 novembre, data entro la quale gran parte degli imputati potrebbe però chiedere di essere giudicata con il rito abbreviato. Toccherà ad ogni modo al collegio difensivo (avvocati Antonio Abet, Gennaro Pecoraro, Rocco Maria Spina, Claudio Davino e Mirella Baldascino) intavolare la migliore strategia per limitare i danni. Le accuse da cui il boss Giannelli e gli altri nove imputati dovranno difendersi sono del resto di assoluta consistenza. L’inchiesta è nata da una doppia vicenda sentimentale che coinvolge i Giannelli e provoca una denuncia in questura per minacce. Da quel momento i poliziotti della sezione della Squadra mobile con i colleghi dei commissariati San Paolo e Bagnoli hanno monitorato Alessandro Giannelli ricostruendo una serie di episodi collegati alla malavita dell’area flegrea o a vicende interne: contrasti con i figli di Massimiliano “’o scognato” (all’epoca agli arresti domiciliari a Scalea), i figli Cristian Esposito e Massimiliano Esposito junior; al litigio telefonico con Emanuele Marsicano che chiuse la chiamata con la frase «levati davanti al cesso» e poi spiegò che non sapeva di parlare con Alessandro Gianelli, arrabbiatissimo e pronto a vendicare con le armi l’offesa; all’incendio doloso a un’abitazione di via Bagnoli attigua a quella di Imma Maiorino, donna della quale il capoclan di Cavalleggeri voleva vendicarsi; l’aggressione del 24 settembre 2022 di un clan avverso a Marco Assalto per la gestione della piazza di spaccio di via Cesare Fera; l’azione di fuoco del 29 settembre 2022 in via Jose Maria Escrivà, contro un’autovettura riconducibile agli oppositori, nonché la stesa compiuta del 19 ottobre 2022 in via di Niso contro l’abitazione di un nemico di camorra. Sono infine state ricostruite le numerose aggressioni nei confronti di parcheggiatori abusivi di Bagnoli, come è successo il 24, il 25 e il 27 settembre 2022 in via Cattolica e in via Coroglio, nonché quella del 6 ottobre successivo in viale Giochi del Mediterraneo. Giannelli continuava tra l’altro a tenere le redini della cosca nonostante si trovasse da tempo detenuto. Alle indagini hanno contribuito tra gli altri i pentiti Yuseff Aboumouslim, Felice D’Ausilio, Alessandro De Falco, Gennaro Carra e Salvatore Romano.
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