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Napolitano, «con “i ragazzi di Chiaia” per il riscatto partenopeo»

Napolitano, «con “i ragazzi di Chiaia” per il riscatto partenopeo»

NAPOLI. L’omaggio a sorpresa del Papa in sedia a rotelle alla camera ardente per l’amico Giorgio Napolitano «rappresenta un fatto storico e ricco di significati che rimarranno nel tempo». Amedeo Lepore, professore ordinario di Storia economica presso l’università Vanvitelli e Luiss, con ruoli istituzionali a Napoli ed ex assessore alle Attività produttive della Regione Campania, ne sottolinea l’importanza. «È una svolta. Napolitano ha rappresentato il Paese di tutti gli italiani in un processo di apertura in tutta Europa, dimostrando ed interpretando con coerenza questa missione».

Uomo di cultura sconfinata, Napolitano non aveva mai dimenticato il suo rapporto con gli spiriti liberi come La Capria, Patroni Griffi, Ghirelli.

«Certo, ha fatto dello studio, dell’analisi scientifica e della vicinanza ai “ragazzi di Chiaia” e dei processi reali uno dei fondamenti del suo percorso politico ed istituzionale, capace di affrontare grandi problemi con l’amore per i contenuti e con quell’attenzione capace di sviscerare tutti i problemi. Una modalità che oggi è purtroppo inconsueta».

Un’esperienza acquisita in tantissimi anni di attività politica, durante i quali ha svolto un ruolo da protagonista. Qual è il suo lascito più significativo?

«Il dialogo che ha intessuto con tutti i popoli per una vera prospettiva europea è patrimonio del nostro Paese. Anche se le sue esperienze sono iniziate prima, è stato senz’altro un protagonista del dopoguerra e dei settant’anni che abbiamo alle spalle, vivendo la sua coerenza di fondo: quella di creare una prospettiva europea e la necessità di operare delle modifiche anche nell’evoluzione del suo partito nel tempo, quand’erano necessarie».

Un europeista convinto?

«Sì, ma anche un uomo legato alle problematiche sociali, attento al riscatto del Mezzogiorno e di Napoli in particolare».

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