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29 Settembre 2023 - 08:47
CAIVANO. «Che razza di camorristi siete? Avete portato i veleni del Nord e del Centro in casa nostra, avvelenando i nostri figli». Così don Maurizio Patriciello, parroco della chiesa del Parco Verde di Caivano, durante l’audizione in Senato sul decreto Caivano. Parla ai membri delle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia di Palazzo Madama. Racconta quanto lui chiese a Carmine Schiavone nella sua battaglia contro la Terra dei Fuochi. Schiavone gli rispose: «Don Patriciello’, non siamo stati noi a cercare loro, ma loro a cercare noi». «Per “loro” - ha spiegato il parroco - intendeva gli industriali disonesti, e per “noi” intendeva i camorristi». È l’unico “aneddoto” che non riguardasse Caivano. Il sacerdote spiega subito che dopo i blitz non si vende più un gramma di droga ma le stese non si sono fermate. «Sulle bambine stuprate c’è da dire che non abbiamo un 50enne pedofilo che ha commesso violenza in una notte di inverno. Abbiamo un sistema che è andato avanti per mesi, con due bambine molto piccole e sette minorenni che hanno scoperto il sesso in modo molto feroce e in un’età terribilmente immatura. Dietro c’erano famiglie “distratte” - per usare un termine elegante - che avevano bisogno di essere aiutate, supportate e indirizzate da servizi sociali che a Caivano non esistono. Non ho mai visto un vigile urbano al Parco Verde». «La pornografia - prosegue - è a portata di mano ora per ogni bambino, con qualsiasi telefonino e a qualsiasi età. E la pornografia chi la produce? Gli adulti. Chi ne usufruisce? Gli adulti. Chi ci fa commercio? Sempre gli adulti. Poi quando i bambini ci cascano dentro perché non hanno la possibilità di potersi difendere - attacca don Patriciello - gli adulti fanno finta di scandalizzarsi». Poi parla delle scuola: «Una multa di 30 euro a una mamma che non manda i figli a scuola è ridicolo». Quindi il Comune: «Noi non abbiamo un’amministrazione comunale. Abbiamo ancora una volta tre commissari. È dal 1997 che a Caivano nessuna amministrazione è giunta a termine. Ma cosa volete fare? I quartieri degradati ottimo serbatoio di voti». Ancora: «Non vogliamo essere i primi ma neanche gli ultimi, vogliamo solo essere normali». Patriciello prende in prestito le parole di Adriano Police, un ragazzo del Parco Verde di Caivano ricevuto al Quirinale nel 2021, per far comprendere ai parlamentari che cosa è l’hinterland di Napoli, che cosa chiede la gente onesta di una delle periferie più degradate d’Italia. Il parroco è schietto e sferzante, guarda i politici negli occhi, racconta loro l’orrore di un quartiere-ghetto dove «non era difficile capire che si sarebbero raccolti questi frutti». «Chi ha voluto i quartieri come il Parco Verde - sottolinea - secondo me meriterebbe la galera». Alla raffica di domande racconta che «nessuno può lavarsi le mani di quello che accade oggi e che è sempre accaduto, né i vecchi politici né coloro che ne sono gli eredi». Dice di essere rimasto sorpreso dalle parole e dall’azione di Giorgia Meloni. Hanno ripreso le “stese”, quei blitz a suon di mitra e kalashnikov per le strade, il malessere della “gente onesta, quasi eroica” e di quella “zona grigia”, come la chiama lui, fatta di «persone che per un pezzo di pane si rendono complici» della camorra. Caivano e il Parco Verde sono tante cose, «le stesse - dice - che si replicano nelle altre periferie degradate di tutta Italia». «In quale Paese mai una persona per poter raggiungere il suo appartamento al quarto piano deve chiedere il permesso a chi è ai piani di sotto? Ma vi sembra normale? - chiede per tre volte alla commissione -.Abbiamo denunciato queste cose mille volte e non è mai stato fatto niente, niente, niente. Forse qualcosa sta cambiando».
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