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30 Settembre 2023 - 08:46
«Ho trovato la città di Napoli in miglioramento, credo che questo vada sottolineato: anche al Sud qualcosa si può fare e qualcosa migliora». Il governatore uscente della Banca d’Italia Ignazio Visco (nella foto), parla nel nel Maschio Angioino di Napoli e fa un discorso di respiro storico, mettendo in evidenza i passi in avanti dalla città. Bisogna guardare anche «ricordando cosa era Napoli quando io ero bambino. Sono nato dopo la guerra, ricordo benissimo la Napoli dei primi anni ’50 - spiega Visco - con bambini senza scarpe, anziani, che in realtà avevano trent'anni, che andavano in giro con un bastoncino a prendere cicche. Una distruzione estesa. E l’Italia non era diversa, era in ricostruzione. Eravamo un Paese molto arretrato, abbiamo fatto un salto di qualità straordinario». Un salto che ha coinvolto tutto il Sud, dove «l’arretratezza c’è», soprattutto a partire dalle «difficoltà nel trovare lavoro, le infrastrutture che ritardano, ci sono cose vere che vediamo tutti i giorni, ce lo dicono i dati, e poi ci sono anche le percezioni di un ritardo. È evidente - è l’analisi di Visco - che c’è molto lavoro da fare». Visco non può non affrontare i temi caldi della Manovra economica e del debito pubblico: «Sono convinto che il nostro debito sia sostenibile», dice nelle settimane in cui lo spread torna ad affacciarsi pericolosamente in area 200 punti base, ma perché sia sostenibile «occorre che ci sia una risposta sul piano infrastrutturale e un piano su come vengono spesi i soldi tale che convinca chi compra i nostri titoli», avverte il numero uno di via Nazionale. Secondo il governatore «gli interessi non sono il risultato di speculazione contro l’Italia, sono risultato di attenzione che noi teniamo i nostri conti il più possibile in ordine». Poi Visco torna a parlare del declino del Sud, collegandolo in parte «alle difficoltà legate alle persone, al capitale umano di cui disponiamo, alla conoscenza, quanto più bisogna fare su questo piano. La Banca d’Italia cerca di dare una risposta a richieste importanti di stabilità perché senza la stabilità è difficile la prospettiva di sviluppo». Infine, la rivendicazione del fatto che «in questi anni di declino in cui il reddito non è cresciuto, in cui abbiamo avuto investimenti in calo del 10-20 e 30%, il sistema bancario ha tenuto nonostante tutte le critiche che abbiamo avuto».
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