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04 Ottobre 2023 - 08:46
NAPOLI. «Mettitela in bocca, me la passi con un bacio». Era geniale lo stratagemma ideato di Michele Minichini per introdurre in carcere, dove da tempo si trova, la droga. Peccato che le frasi sono state ascoltate dagli investigatori grazie a impianti audio-video in grado di riprendere anche la pancia gonfia, a causa dello stupefacente, di chi aveva accolto l’invito del ras. «Mi devo fare un cannone di erba, devo appicciare tutta la sezione». L’episodio, che fa sorridere nonostante la gravità, è uno dei tanti chiariti dall’inchiesta coordinata dalla Dda (su indagini di carabinieri e polizia) sui clan De Luca Bossa-Minichini-Casella-RinaldiReale culminata ieri nell’esecuzione di 31 misure cautelari su 55 indagati complessivamente. Tra le persone coinvolte figurano ras, esponenti di spicco dei gruppi malavitosi e personaggi altrettanti noti, tra cui Giuseppe ed Emmanuel De Luca Bossa, Michele Minichini con la sorella Martina, Giuseppe Righetto detto “Peppe ’o blob” e Maria D’Amico, sorella della boss Nunzia detta “’a passilona”. Accusati a vario titolo di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e di numerosi episodi di detenzione illecita, tutti aggravati dal mafioso. Le piazze di spaccio scoperte sono quelle in piazza De Gasperi, in piazza Comunale Miranda e piazza Cozzolino lotto 10. Una di esse era gestita da Gabriella Onesto, una delle donne di maggior peso malavitoso tra le indagate. Minichini sosteneva di aver saputo che i narcos evacuavano la droga con un cocktail di succo di frutta e latte caldo. L’indagine, avviata nel 2016, ha permesso di acquisire indizi importanti (ferma restando la presunzione d’innocenza) a carico dei componenti dei cinque clan di Napoli Est, riuniti in un unico cartello opposto ai De Micco. A condurre gli accertamenti, con strumenti tecnici e informatici con l’aiuto di telecamere e virus nei cellulari, sono stati i poliziotti della sezione Criminalità organizzata Squadra mobile della Questura di Napoli (dirigente Fabbrocini, vice questore Olivadese), delle sezioni Investigative del servizio centrale operativo (Sisco) con il dirigente Russo, dei commissariati Ponticelli e Poggioreale ed i militari dei Nuclei Investigativi dei carabinieri di Napoli e Torre Annunziata. L’ordinanza compendia gli esiti di una vasta attività cominciata nel 2016, dopo un sequestro di sostanza stupefacente e alcuni manoscritti in una delle abitazioni in cui veniva gestita l’attività illecita del gruppo criminale, indagine poi ampliata nel tempo raccogliendo importanti elementi probatori sull’associazione in questione. Un secondo segmento di attività è partito a settembre 2020 in seguito ad alcuni atti intimidatori verso cittadini di Ponticelli, ai quali venivano chieste somme di denaro in cambio del mantenimento o dell’ottenimento di alloggi popolari e ha consentito di documentare l’operatività del clan.
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