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08 Ottobre 2023 - 10:20
Il Policlinico prima accetta il “dono”, poi tiene tutto in stad by perchè mancano le autorizzazioni. Il rischio è che la salma venga cremata
NAPOLI. A volte in seno alla società prendono corpo delle situazioni che hanno dell'assurdo. È il caso della storia che ci ha raccontato l'avvocato Andrea Raguzzino, il quale ha seguito da vicino la vicenda di una sua cliente, della quale l’avvocato non vuole ancora rivelare il nome «in quanto la questione è ancora in corso e stiamo cercando in tutti i modi di trovare una soluzione», che a quanto pare non è riuscita a trovare pace neanche dopo la sua dipartita. Tutto inizia l'anno scorso, quando questa cliente appunto scopre di avere una malattia terminale e decide contestualmente di donare il proprio corpo alla scienza, un “regalo” di non poco conto vista la difficoltà per i ricercatori di poter studiare su un corpo umano. Decisione che viene proposta e felicemente accolta dai tecnici del Policlinico della Federico II, qualcosa però va storto.
Avvocato, ci racconta questa storia? «Certo, questa mia cliente per l'appunto sapendo di avere una malattia grave, terminale, ha deciso di donare il proprio corpo alla scienza consentendo ai ricercatori e ai medici di studiare appunto la patologia di cui soffriva. Abbiamo bussato alla porta della Federico II e il dipartimento di Anatomia umana ha accettato questo "dono", una volta fatto il testamento biologico siamo andati avanti. La mia cliente pochi giorni fa incominciato a stare male, capendo che la fine si avvicinava abbiamo dovuto provvedere agli incartamenti per fare passare il cadavere all'obitorio del Policlinico. Abbiamo chiesto questa autorizzazione per il trattamento della salma senza ricevere risposta. Ad oggi la mia cliente è deceduta e l'obitorio si rifiuta di accogliere il corpo. Non si capisce bene chi, per espletare questa prassi, debba autorizzare questo passaggio: abbiamo avuto inoltre l'ulteriore sorpresa, da parte della medicina legale che il nostro Policlinico non è autorizzato dal Ministero della salute a svolgere attività sui corpi che vengono donati alla scienza. Di questo non sapevamo nulla. All'epoca però ci dissero che erano disposti a procedere.
E voi ovviamente avete fatto presente tutto ciò... «Sicuro. A mia sollecitazione, di pochi giorni fa, nessuno ha ritenuto di rispondere dicendo che stavamo commettendo un errore».
Quindi ora che succede? «Ad oggi siamo fortunatamente in contatto con l'università di Bologna che non solo è abilitata per questo tipo di attività ma ha anche accettato di prendere in carico queste spoglie. Pare inoltre che avremo in uso una cella frigorifera per il corpo da parte del Policlinico della Federico II, ci auguriamo che stavolta ci pervengano tutte le autorizzazioni del caso».
Certo che si tratta di un imbarazzante precedente... «La risoluzione della questione non toglie di torno l'imbarazzo, né per la Federico II né per tutti gli enti coinvolti in questa storia. Mi auguro che tutto finisca come dovrebbe, in mancanza dell'autorizzazione a procedere per la conservazione delle spoglie all'interno dell'obitorio del Policlinico il corpo dovrà essere purtroppo cremato perché non può essere di certo conservato senza i giusti strumenti, ci auguriamo che questo scenario possa essere evitato sinceramente».
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