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10 Ottobre 2023 - 10:15
Venti di faida alla Torretta di Chiaia, fuga finita per l’ultimo uomo del clan Strazzullo. Mariano Cangiano, 39enne accusato di aver fatto parte del gruppo capeggiato dall’emergente ras Pasquale Strazzullo “’o chicc”, è stato stanato ieri sera dalla polizia. A stringergli le manette ai polsi sono stati gli agenti della Squadra mobile, che sono riusciti a rintracciare l’ormai ex latitante dopo un mese di ricerche ininterrotte. Negli ultimi giorni gli uomini di via Medina aveva eseguito diverse perquisizioni lampo tra i vicoli a ridosso della riviera di Chiaia: un lavoro certosino, che alla fine ha dato i suoi frutti. Cangiano, difeso di fiducia dall’avvocato Paolo Gallina, è stato trasferito in carcere in attesa dell’interrogatorio di garanzia. L’appuntamento innanzi al gip dovrebbe tenersi entro la giornata di domani. Il 13 settembre scorso era invece finita la fuga di Emanuele Mastroianni, 30 anni, e Gennaro Ruggiero, 24 anni, con quest’ultimo che si è presentato spontaneamente in questura dopo essere tornato da Milano. All’appello mancava dunque soltanto Mariano Cangiano, ma anche per lui il cerchio è stato finalmente chiuso: il ricercato è stato infatti stanato ieri sera mentre si trovava in casa di uno stretto congiunto. L’inchiesta condotta dai detective di via Medina ha consentito di fare luga su una stagione di sangue e piombo che andava avanti da ormai quasi tre anni, cioè da quando le nuove leve del clan Strazzullo avevano deciso di conquistare la Torretta di Chiaia, mettendo alla porta tutte le cosche rivali, dai FrizzieroPiccirillo ai Cirella, attualmente riuniti in un’unica holding criminale. «Se non te ne vai da qua ti rompo la testa». «Devi scomparire , altrimenti ti sparo». Sono queste alcune delle minacce che i componenti del gruppo della Torretta capitanato da Giovanni Strazzullo “’o chicc”, figlio del ras Enrico Strazzullo e legato all’Alleanza di Secondigliano e in particolare ai Licciardi, avevano profferito nei confronti di un parcheggiatore abusivo di Chiaia, costretto poi effettivamente a lasciare il quartiere. Ma non solo: secondo l’accusa e ferma restando la presunzione d’innocenza degli indagati fino all’eventuale condanna definitiva, in cinque avrebbero messo a ferro e fuoco la zona con stese, scorribande armate e agguati nei confronti degli esponenti dei Frizziero e imponendo tangenti ai parcheggiatori abusivi della zona. Cento euro a settimana da ognuno, se le vittime volevano continuare a “lavorare”. I primi a finire in manette sono stati Giovanni Strazzullo e Armando Mastroianni, arrestati lo scorso 9 settembre come anticipato da nostro giornale: per loro il fermo non era stato convalidato, ma era stata emessa ordinanza di custodia cautelare. Indagati nella stessa inchiesta Mariano Cangiano, Gennaro Ruggiero ed Emanuele Mastroianni. Le indagini hanno ricostruito alcune stese in via Santa Maria della Neve e via Camillo Cucca, la costante disponibilità di armi, la sparatoria contro l’abitazione di Alvino Frizziero e l’agguato fallito ai danni di Giuseppe Pugliese.
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