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Sos dei commercianti: «Non snaturiamo il Vomero, limitiamo lo street food»

Sos dei commercianti: «Non snaturiamo il Vomero, limitiamo lo street food»

NAPOLI. Per quanto tempo ancora il Vomero resterà uno dei più importanti centri commerciali naturali? È ciò che si chiedono residenti e anche gli esercenti che lavorano sul posto. Sono anni ormai che il tessuto commerciale dell’area collinare sta cambiando radicalmente. Molte attività storiche, anche culturali, hanno lasciato spazio a tante altre legate al food. Un altro campanello di allarme in tal senso è dato dalla recente chiusura della gioielleria De Marco in via Cimarosa e dalla storica profumeria Pepino di via Luca Giordano. La crisi economica e la lievitazione dei costi di gestione, tra questi anche canoni di fitto esosi, stanno mettendo in ginocchio il terziario commerciale che rappresenta la storia e l’anima del Vomero.

«La chiusura di ulteriori negozi – dice Adolfo De Santis, presidente della commissione commercio della V Municipalità, – deve far riflettere. I motivi credo siano riconducibili da un lato all’aumento dei costi, sia di fitto locali che di gestione, dall’altro ad un mutamento delle abitudini. La nascita di grandi centri commerciali e la vendita on line hanno sicuramente un’incidenza. Il compromesso non è affatto facile. Se da un lato si prova con norme a tutelare le attività storiche, dall’altro non si può non pensare che i tempi mutino ed i cambiamenti vanno governati». Ora in molti si chiedono chi prenderà il posto delle attività chiuse anche alla luce delle recenti normative. L’obiettivo è non snaturare ancora di più il Vomero.

«La recente delibera di giunta comunale – prosegue De Santis – di fatto limiterebbe nuove attività food nel centro storico ed al Vomero, ma dobbiamo capire che interpretazione andrà data al regolamento. Speriamo che possa essere uno strumento per limitare l’ormai sovrabbondanza di esercizi food. Lungi da me essere strumento di limitazione della libertà dell’iniziativa commerciale, ma deve essere uno sprone alla tutela delle attività storiche del territorio».

La trasformazione del tessuto commerciale del Vomero si riflette anche sulla vivibilità della zona come denuncia chi quotidianamente vive il quartiere. «La scomparsa di attività storiche – dice Enzo Perrotta, presidente del centro commerciale Vomero Arenella, – ha determinato una presenza di movida violenta ogni fine settimana che si consuma nelle strade principali da parte delle baby gang. Inoltre la univocità della proposta tutta basata sul food lascia perplessi. C’è il rischio che gli esercizi commerciali diventino lavanderie per il riciclaggio di danaro. Chiediamo al Comune di applicare per i negozi sfitti il divieto di trasformarli in food. Bisogna intervenire sugli alti costi di gestione – continua Perrotta – e lavorare affinché il Vomero torni come era in passato. Quando si distingueva per una proposta molto variegata che era un unicum europeo. Si andava dalle griffe più importanti ai mercatini. Un’offerta commerciale e democratica per tutte le tasche con un grosso bacino di utenza fatto in larga parte da residenti dell’area collinare».

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