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13 Ottobre 2023 - 08:57
Appalti e camorra, convalidati i 9 fermi: coinvolti l’ex assessore comunale Carmine Peluso e l’ex consigliere Giovanbattista Alibrico
CAIVANO. Accelerazione delle due scottanti inchieste che hanno turbato Caivano e più specificatamente il Parco Verde. Soprattutto la prima, che riguarda le due ragazzine vittime di abusi sessuali. È fissato per oggi l’incidente probatorio finalizzato a cristallizzare le loro dichiarazioni, in una fase e un contesto temporale che dovrebbero riportare, per così dire, una certa “tranquillità” nelle cuginette. Si tratta di audizioni particolarmente importanti e delicate che si terranno in un ambiente protetto. Intanto, nei giorni scorsi, il tribunale dei minorenni di Napoli ha rigettato la richiesta di annullamento del divieto di comunicare, imposto alla mamma di una delle due bimbe alla quale erano stati tolti due dei suoi tre figli (ora con lei è rimasto soltanto il figlio da poco maggiorenne). C’è poi la Procura dei minorenni che ha presentato ricorso contro la decisione di trasferire un 14enne dal carcere in una comunità.
Tornando alle cuginette c’è il commento gli avvocati Angelo Pisani e Antonella Esposito, legali di una delle donne: «Al trauma si aggiunge anche la beffa, qualche giorno fa il giudice, confermando il trasferimento in due case famiglia diverse dei due figli minorenni, le ha anche negato i contatti con tutti e tre, senza tenere conto dei traumi che ne possono derivare e senza tutelare l’amore per i figli della madre, che è anche lei una vittima». Uno dei ragazzi è stato collocato nelle stessa struttura dove si trova la sorellina, vittima di abusi, mentre per l’altro è stato disposta un’altra comunità. «Non lasceremo nulla di intentato per ovviare a questa ingiustizia assicurano Pisani ed Esposito Ricordiamo che le istituzioni sono rimaste sorde al nostro primo appello, quello aiutare questa famiglia a lasciare definitivamente Caivano. Adesso viene anche impedito agli altri ragazzi di parlare con la madre, ripetiamo, anche lei vittima del sistema. Sono considerati alla stregua di fascicoli, non esseri umani bisognosi di affetto, valori e di amore soprattutto quello della madre che da sola ha saputo denunciare e fuggire con i suoi figli da Caivano».
L’altro filone riguarda il connubio tra politica e camorra a Caivano: il giudice per le indagini preliminari di Napoli Nord, Raffaele Coppola, ha convalidato i nove fermi emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e notificati lo scorso 10 ottobre dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna. Per tutti gli indagati è stata emessa la misure cautelare del carcere. Le accuse contestate dalla Procura di Napoli agli indagati tra esponenti di un gruppo camorristico locale, ex amministratori pubblici e funzionari comunali sono, vario titolo, associazione di tipo mafioso, estorsioni aggravate dal metodo mafioso e corruzione, aggravati dalla finalità mafiose. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Fioravante De Rosa, Rocco Spina, Mirella Baldascino, Paolo Sperlongano e Claudio Castaldo. I destinatari delle misure cautelari sono invece l’ex assessore comunale di Caivano, Carmine Peluso (nella foto), l’ex consigliere comunale Giovanbattista Alibrico, l’esponente politico Armando Falco, insieme con il tecnico comunale Martino Pezzella e il dirigente comunale Vincenzo Zampella. Gli altri destinatari dei provvedimenti sono Raffaele Bervicato (considerato uomo di fiducia del boss locale Antonio Angelino), Raffaele Lionelli (ritenuto colui che recuperava e custodiva armi, quindi gestiva le estorsioni e il “welfare” per i detenuti), Domenico Galdiero (indicato come colui che si occupava tra l’altro delle estorsioni) e Massimiliano Volpicelli, incaricato di attuare le direttive di Antonio Angelino.
Una volta in libertà, peraltro, si profilava il pericolo di fuga. Procedono inoltre spedite le indagini per scoprire chi sia il pubblico ufficiale “infedele” che era a conoscenze piazzate all’Interno del Comune. Secondo indiscrezioni e voci di palazzo, gli organi competenti starebbero valutando lo scioglimento dell’ente locale: le ombre malavitose restano, anzi s’allungano nel Palazzo. Tra gli episodi che evidenziano la presunta saldatura tra politica e camorra a Caivano c’è anche un pugno in viso a un consigliere comunale di maggioranza dopo un’aggressione in strada. Questi inizialmente non ha denunciò le violenze, ma il 10 settembre 2021 i carabinieri notarono l’occhio “nero” in una seduta in una seduta Consiglio comunale risalente al settembre 2021. Invero una pattuglia dei militari, quel giorno, durante un giro di perlustrazione in città, riconobbe il politico discutere animatamente con delle persone poi identificate, anche grazie alle intercettazioni ambientali, in due presunti affiliati alla camorra locale. Sia il politico, sia la moglie, come anche un loro vicino di casa, convocati in caserma come persone informate dei fatti si mostrarono reticenti. La vicenda aveva tutti i connotati di una tentata estorsione: il politico era impegnato nella ristrutturazione di un’abitazione con il Bonus 110%, ma gli inquirenti non escludono che ci possa essere anche il tentativo di ottenere dal consigliere comunale (poi diventato assessore) utilità collegate alla carica che ricopriva
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