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Fuori il rampollo dei Contini

Fuori il rampollo dei Contini

Agguato ai parenti dopo la rissa tra donne, il giudice scarcera Michele Attardo

NAPOLI. Coltellate ai parenti dopo la rissa tra le donne della famiglia, il Riesame esclude l’aggravante del metodo mafioso e per Michele Attardo, presunto rampollo del gruppo di mala che fa capo al clan Contini, scatta l’inattesa scarcerazione. Dopo quasi quattro mesi trascorsi dietro le sbarre, il 30enne dell’Arenaccia, difeso dagli avvocati Leopoldo Perone e Antonio Rizzo, ieri mattina ha ottenuto gli arresti domiciliari in una località in provincia di Campobasso. Il gip del tribunale di Napoli Federica Colucci ha infatti accolto l’istanza di sostituzione della misura cautelare condividendo l’argomentazione difensiva secondo la quale le esigenze cautelari si sarebbero attenuate dopo il recente pronunciamento dei giudici delle Libertà. Il Riesame, anche in quel caso sposando la linea del tandem difensivo Perone-Rizzo, pur confermando la pesante accusa di duplice tentato omicidio, aveva escluso l’aggravante del metodo mafioso.

Di tutt’altro avviso era stata invece la Procura, secondo la quale Michele Attardo e gli altri tre complici avrebbero agito «facendo affidamento sul diffuso senso di assoggettamento e sulla conseguente omertà scaturente dall’appartenenza degli indagati e delle persone offese a una consorteria criminale denominata clan Contini, appartenente alla cosiddetta Alleanza di Secondigliano in cui sono confederati insieme ai clan Mallardo e Licciardi». Un’impostazione accusatoria non condivisa dal tribunale delle Libertà, che annullando l’aggravante ha così fatto da apripista alla successiva scarcerazione del 30enne Attardo. I quattro della famiglia Attardo (Pasquale Attardo, il fratello Michele Attardo, il padre Salvatore Attardo e Michele Maietta) sono accusati in concorso in duplice tentato omicidio nonché di detenzione e porto di armi comuni da sparo.

Gli investigatori avevano ricostruito con precisione quanto accadde la sera del 29 settembre 2022 attraverso le immagini delle telecamere di piazza Poderico e una serie di intercettazioni telefoniche. È emerso così che a sferrare le coltellate al torace ai fratelli Pasquale e Vincenzo Attardo (figli di Gaetano) sarebbe stato lo zio Salvatore dopo l’aggressione in gruppo con calci e pugni alle vittime. Decisive si sono rivelate le intercettazioni telefoniche. Dal letto d’ospedale ai Pellegrini uno dei feriti ha dato subito una spinta alle indagini: Pasquale Attardo, parlando con il fratello Vincenzo già dimesso, si fece scappare una frase indicativa: «Hanno fatto pure bene padre e figlio»; aggiungendo poi che era stato il “grande”: «Lui, appena si è avvicinato, mi ha accoltellato al petto». Un’altra conversazione interessante è quella sul litigio precedente al duplice ferimento: «Quando hanno litigato le femmine, si sono messe due di loro sopra mia mamma». Alla fase iniziale della rissa avevano partecipato le quattro donne di famiglia: “Zia Rosaria” e “zia Cinzia” (con le parentele viste dalla prospettiva dei feriti) che avevano aggredito con un mattarello la madre dei feriti, Antonietta, e la suocera del 24enne Pasquale.

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