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Procura di Napoli, Gratteri si insedia venerdì: «Camorra più visibile della 'ndrangheta»

Procura di Napoli, Gratteri si insedia venerdì: «Camorra più visibile della 'ndrangheta»

NAPOLI. Venerdì 20 ottobre si insedierà Nicola Gratteri, nuovo procuratore della Repubblica di Napoli. La cerimonia dell'immissione in possesso ed esercizio delle funzioni dell'ex procuratore di Catanzaro si svolgerà alle 12, presso la sala Arengario, del Palazzo di giustizia Alessandro Criscuolo. Gratteri è stato scelto a maggioranza dal plenum del Consiglio superiore della magistratura lo scorso 13 settembre ottenendo 19 preferenze. Gratteri occuperà il posto di Giovanni Melillo, a capo degli uffici giudiziari partenopei dal 2017 e nominato procuratore nazionale antimafia nella primavera 2022. 

Intanto il neo procuratore di Napoli in un'intervista a “La Stampa" ha detto: «Non mi sento affatto un giustizialista. Lavoro sempre con il codice in mano. Se poi essere sceriffo, significa circondarsi di ottimi investigatori, chiamatemi pure sceriffo. Io faccio il magistrato. E lo faccio con passione e determinazione. Ho scelto di fare questo lavoro, così come ho sempre scelto di rimanere in Calabria, la terra dove sono nato».

In Campania troverò una mafia «più visibile, che vive più per strada rispetto alla 'ndrangheta. È la mafia più antica che però in provincia non è poi molto diversa da quella calabrese. Ovviamente, mi metterò a studiare per non farmi trovare impreparato. Ma comunque potrò avvalermi di colleghi intelligenti e preparati e di investigatori capaci e tenaci. Il nostro è un lavoro di squadra». Quanto alla Calabria, «a Catanzaro ci sono magistrati di altissimo livello che continueranno a mantenere alta la guardia nella lotta contro la 'ndrangheta». 

Gratteri torna sulle sue parole sui pm fannulloni, «Non mi riferivo certamente ai colleghi di Napoli, ma in generale al mio metodo di lavoro. Io non guardo l'orologio. Ho soltanto detto che la mattina quando arrivo in ufficio mi piace vedere tutti al lavoro. A Napoli c'è tanto lavoro da fare».

E sulla riforma Cartabia conferma il suo giudizio negativo. «Le riforme devono migliorare la situazione, non peggiorarla. Con la riforma Cartabia si rischia di tornare indietro. E poi ancora nessuno mi ha spiegato, rispetto alla improcedibilità, la creazione di corsie preferenziali solo per reati con detenuti come quelli mafiosi e non per quelli contro la pubblica amministrazione che non avendo imputati detenuti rischiano di non arrivare a processo».

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