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Summit con fuga dei ras, il covo da Tony Colombo

Summit con fuga dei ras, il covo da Tony Colombo

NAPOLI. Camorra, musica e affari a sei zeri. Che la “partnership” tra il clan Di Lauro e il neomelodico Tony Colombo fosse ormai consolidata lo si era capito già nel 2018, anno in cui il cantante neomelodico avrebbe ospitato nei locali della propria etichetta discografica, ad Agnano, dei veri e propri summit di camorra. Un incontro in particolare finì nel mirino dei carabinieri, tanto che di lì a breve sarebbe dovuta scattare una retata. I partecipanti al vertice, tra cui spiccavano il ras secondiglianese Vincenzo Di Lauro e un nipote del boss oplontino Valentino Gionta, riuscirono però a dileguarsi un attimo prima che scattasse l’operazione. L’inedito retroscena è riportato in una delle informative del Ros agli atti dell’inchiesta che due giorni fa ha portato all’arresto di 27 persone, tra cui il primogenenito del capoclan Paolo Di Lauro, Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli, vedova del ras delle Case Celesti Gaetano Marino. Dalla lettura del documento emerge che «Vincenzo Di Lauro utilizzasse la casa discografica di Tony Colombo quale punto di riferimento per incontri riservati con esponenti di vertice di altre organizzazioni, come il figlio di Valentino Gionta (poi identificato in un nipote, essendo i due figli all’epoca detenuti, ndr), accolto fuori dagli uffici il 13 novembre 2018, da Di Lauro in compagnia di Immacolata, Raffaele e Vincenzo Rispoli, nonché di un soggetto appellato “Chiccotto». Il summit sarebbe stato però bruscamente interrotto e a rivelarne il perché è stato Raffaele Rispoli, che, ignaro di essere sotto intercettazione, il giorno seguente commentava l’accaduto. Raffaele racconta che «improvvisamente si è fermata una Punto blu con quattro persone a bordo che hanno cominciato a guardare, così “Enzuccio” (Vincenzo Di Lauro, ndr) è scappato dove stava la sorella Tina, ovvero nello studio discografico, avvisando Raffaele Rispoli che nel caso avessero fatto domande lui doveva dire che lui (Vincenzo Di Lauro, ndr) era andato a chiedere informazioni del cantante». Raffaele inoltre racconta che dietro la Punto «c’erano macchine che suonavano e si sono spostati... approfittando della situazione sono usciti “Enzuccio” e il figlio di Valentino Gionta». Raffaele Rispoli concludeva la conversazione dicendo che se fossero «intervenuti prima avrebbero arrestato “Enzuccio”, in quanto lui ha il libretto rosso (la sorveglianza speciale, ndr)». Tornando invece all’attualità, ieri mattina sono stati celebrati gli interrogatori di garanzia per tutti gli indagati finiti in manette martedì mattina. I difensori di Vincenzo Di Lauro, gli avvocati Antonio Abet e Antonio Liguori, hanno eccepito la nullità dell’interrogatorio, rilevando di aver avuto poco tempo per lo studio degli atti, e il gip Della Ragione ha così posticipato a oggi il nuovo colloquio. Scena muta, invece, per tutti altri indagati, compresi l’autista “infedele” della Procura Gennaro Rizzo, difeso dall’avvocato Giuseppe De Gregorio, e per lo storico ras Umberto Lamonica, difeso dall’avvocato Gennaro Pecoraro.

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