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19 Ottobre 2023 - 08:51
NAPOLI. Boss e killer della faida del Principino provano a limitare i danni e chiedono tutti di essere giudicati con il rito abbreviato. Nei mesi scorsi la quasi totalità degli imputati aveva già fatto istanza per il “processo sprint”, ma nell’udienza celebrata ieri la stessa richiesta è stata avanzata anche da Giuseppe Lo Russo (nella foto a sinistra), Guido Abbinante e Gennaro Trambarulo, che inizialmente avevano invece optato per il dibattimento. Il processo riprenderà il prossimo 17 novembre con le richieste di pena del pubblico ministero. Non è da escludere a questo punto che gli imputati, in considerazione della scelta del rito alternativo, decidano anche di ammettere gli addebiti, puntando così a un sostanzioso sconto di pena. Il processo di primo grado chiamato a fare luce sulla lunga scia di sangue innescata dall’omicidio di Vincenzo Esposito “il Principino”, rampollo del clan Licciardi ucciso dal clan Di Lauro dopo una rissa in discoteca, entra così nel vivo. Alla sbarra andranno Giuseppe Lo Russo, Gennaro Trambarulo, Raffaele Perfetto, Guido Abbinante, Raffaele Abbinante, Rito Calzone, Dario De Felice, Paolo Di Lauro (nella foto a destra), Antonio Leonardi (pentito), Antonio Prestieri (pentito), Maurizio Prestieri (pentito) ed Ettore Sabatino (pentito). La posizione del boss Raffaele Amato era stata invece archiviata nei mesi scorsi. Del collegio difensivo fanno parte, tra gli altri, gli avvocati Antonio Abet, Luigi Senese e Claudio Davino. La scia di sangue inizia a metà anni ’90 in seguito al delitto di Vincenzo Esposito, assassinato dopo una rissa con alcuni affiliati ai Di Lauro, all’epoca ancora un tutt’uno con gli Amato-Pagano e alleato coi Lo Russo. I delitti su cui il processo dovrà fare luce sono gli omicidi di Carmine Brancaccio, di Pasquale Benderi “Peugeot”, di Ciro Cianciulli, di Francesco Fusco e Armando Esposito, di Eduardo Cianciulli, di Giuseppe Balestrieri, di Gennaro Romano, di Raffaele Ruggiero e del tentato omicidio di Antonio Ruggiero “Tonino sette botte”, di Renato Tramontano e di Umberto Zovasco il “polacco”.
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