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25 Ottobre 2023 - 08:54
Una truffa colossale ai danni delle assicurazioni, con finti sinistri stradali, testimoni tarocchi, certificati medici farlocchi e chi più ne ha più ne metta. L’hanno scoperta i carabinieri andando a controllare caso per caso una quantità enorme di incidenti sospetti, confluiti in un’informativa della procura che ha fatto scattare ieri mattina quattro misure di custodia cautelare (una in carcere e tre ai domiciliari) e otto misure interdettive per sei medici e due avvocati. Seguiranno a piede libero invece gli altri 23 indagati nell’inchiesta che comprende quindi ben 35 persone, tutte da considerare innocenti fino a eventuale condanna definitiva. A capo dell’associazione per delinquere (ma non tutti rispondono di questo reato) secondo l’accusa c’era Angelo Guarino, genero del ras Pasquale Puca “’o minorenne” dell’omonima famiglia di Sant’Antimo. Mentre un ruolo di primo piano sarebbe stato svolto da Filomena Palmisano, tecnico radiologo in una struttura privata di Napoli, che avrebbe prenotato visite mediche alle finte parti lese tramite sanitari compiacenti. Figure importanti nell’organizzazione sarebbero state i due avvocati, subentrati però nel secondo filone d’indagine della procura sugli incidenti stradali fasulli mirati a ottenere il risarcimento dalle ignare compagnie assicurative. I reati ipotizzati, a seconda delle varie posizioni, sono associazione per delinquere finalizzata alle truffe assicurative con fraudolento danneggiamento di beni assicurati e ricorso a certificati medici falsi rilasciati da medici compiacenti, riciclaggio, indebita percezione di 20mila euro di reddito di cittadinanza (complessivamente per due indagati) e furto aggravato. Le investigazioni, coordinate dalla procura partenopea e condotte dalla stazione dei carabinieri di Marianella, rappresentano il frutto di approfondimenti su materiale già sequestrato nel corso dell’esecuzione di una prima ordinanza cautelare eseguita lo scorso 1 marzo per reati analoghi, permettendo di raccogliere indizi a carico degli indagati attuali e di rivelare l’operatività di un’associazione criminale che opererebbe addirittura da un decennio. Del gruppo facevano parte quattro medici in servizio negli ospedali di Marcianise e San Giovanni di Dio di Frattamaggiore e due in centri diagnostici privati. Il meccanismo prevedeva una fase di pianificazione della dinamica del sinistro con l’individuazione delle parti da coinvolgere, dei finti testimoni, del medico e del pronto soccorso di riferimento per il rilascio di referti per inesistenti lesioni. Poi si coinvolgevano i sanitari dei centri diagnostici e dei poliambulatori in cui si effettuavano le visite successive a quelle in pronto soccorso e i carrozzieri compiacenti che predisponevano la documentazione dei presunti danni subiti. Infine, entravano in gioco gli avvocati che istruivano le pratiche per falsi sinistri stradali e concordavano le dichiarazioni dei testimoni. Il profitto della truffa, una volta incassato, era movimentato e prelevato in maniera frazionata, nel tentativo di dissimularne la provenienza illecita.
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