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Truffe assicurative, svelata la chat: «Sta in troppe cause, non va bene»

Truffe assicurative, svelata la chat: «Sta in troppe cause, non va bene»

Angelo Guarino capo e organizzatore; Filomena Palmisano, impiegata come tecnico radiologo a Napoli, definita dagli inquirenti “motore operativo di tutto il sistema” e organizzatrice per la prenotazione di visite mediche alle finte parti lese e dei relativi referti dei sinistri inesistenti. Ma nella ricostruzione dell’accusa, ognuno aveva un ruolo preciso: i sei medici (Rosita Capone, Gaetano Lapiccirella, Emanuele Minelli, Giovanni Toscano, Umberto Laurenzo e Francesco Vela), i due avvocati (Gennaro Castelli ed Enrico Mastantuono), il carrozziere, i due testimoni fissi e un complice che metteva a disposizione la propria autovettura per le perizie. I legali si sarebbero inseriti soltanto in una seconda fase nell’associazione. Gli investigatori hanno puntato i fari su Mastantuono dopo che avrebbe suggerito le patologie più adatte chiedendo i nomi dei testi da abbinare alle cause contro le assicurazioni. Inoltre in una chat, ricevendo da Guarino il documento d’identità di un uomo, scriveva: «Sta in troppe cause, non va bene». Al vertice dell’organizzazione, scrivono gli inquirenti, c’era angelo Guarino, in contatto con Filomena Palmisano. In un’occasione avrebbe mandato un “pizzino”, tramite il fratello Giuseppe, alla radiologa e a Infimo per evitare controlli. Il congiunto lo fotografò e lo mando via whatsapp. Nel corso delle indagini sarebbero emersi errori nei finti referti, che hanno subito fatto drizzare le antenne ai carabinieri. Come dimostra la relazione di un consulente dell’accusa, che ha notato come in un caso guidatore e passeggero “riportano le stesse lesioni fratturative a carico del capitello radiale e del malleolo peroniero di destra e ciò risulta assai singolare”. Infine, dalle attività d’indagine è stato possibile anche individuare il presunto autore del furto di un’autovettura, avvenuto all’interno di un supermercato della città di Napoli ed eseguito con la tecnica del “finto parcheggiatore” che, con l’inganno e qualificandosi come tale, si era fatto consegnare le chiavi dell’autovettura per poi dileguarsi facendo perdere le proprie tracce.

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