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27 Ottobre 2023 - 09:22
Salvatore Tamburrino non ha soltanto favorito, in maniera decisiva, l’arresto di Marco Di Lauro dopo una vita da latitante. Il pentito ha anche ricostruito due vicende finora misteriose, svelando il movente: la stesa che provocò il ferimento di una 21enne estranea alla camorra e gli spari contro la sede della casa discografica di Tony Colombo. Dalla dinamica si capì subito che c’entrava la criminalità organizzata, ma i contorni sono rimasti oscuri fino a quando non ha parlato l’ex braccio destro di “Marcuccio” puntando il dito contro Gennaro Casaburi. Fermo restando che le persone citate devono essere considerate estranee ai fatti narrati fino a prova contraria, a cominciare ovviamente da “Genny”, ecco alcuni passaggi delle dichiarazioni (“de relato”, va precisato) del collaboratore dei giustizia ai pm antimafia. «Seppi dal telegiornale di una ragazza, Rosa, ferita gravemente da un proiettile vagante. Il padre di questa ragazza, Enzo “’o fotografo”, è mio amico. Mi recai dunque all’ospedale, dove c’era lui che mi confermò l’accaduto aggiungendo che non sapeva spiegarsi il perché. Successivamente seppi da Raffaele Rispoli che cosa c’era dietro. Per cominciare mi disse che era stato Genny Casaburi». «Quest’ultimo - ha continuato Salvatore Tamburrino ripercorrendo la sparatoria del 5 giugno 2016 in corso Secondigliano, aveva avuto una discussione di strada con certi ragazzi del “Perrone” e pure il figlio di Enzo ne era coinvolto. Allora Casaburi, pensando di vendicarsi, era andato armato sotto casa della famiglia e aveva sparato come se fosse una stesa, colpendo però la ragazza che in quel momento era affacciata al balcone». Non c’è una grande logica in questo, ma solo la volontà di fare un gestro eclatante. Salvatore Tamburrino nel corso dello stesso verbale ha parlato anche della clamorosa sparatoria contro la sede della casa discografica di Tony Colombo, la sera del 3 novembre 2018. «Vincenzo Rispoli bruciò personalmente l’auto di Tony Colombo per i dissapori che c’erano, quale dispetto anche alla sorella (Immacolata Rispoli detta “Tina”, moglie del cantante neomelodico, ndr), che non voleva dare denaro a Vincenzo, dicendogli che non lo poteva più mantenere. Per quanto riguarda i colpi sparati nella casa discografica di Tony Colombo: per quanto seppi da Raffaele Rispoli, furono esplosi da Gennaro Casaburi, cognato di Vincenzo Rispoli, proprio per una discussione accesa tra Casaburi e Rispoli, legata a questioni di droga. So che Vincenzo Rispoli incendiò l’auto di Gennaro Casaburi e lo picchiò anche; so che Vincenzo Di Lauro incontrò Casaburi per cercare di far pace tra cognati; Casaburi diede la parola a Vincenzo Di Lauro che era tutto a posto e poi, dopo poche ore, sparò nella casa discografica di Tony Colombo. Scegliere la casa discografica di Tony Colombo era insieme un gesto eclatante colpendo contemporaneamente il palazzo dei Rispoli», ha concluso il collaboratore di giustizia.
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