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29 Ottobre 2023 - 07:53
NAPOLI. Le gabbie salariali sono una realtà molto più dura di quello che si pensi. Le differenze territoriali tra Nord e Sud nelle retribuzioni in questi ultimi anni sono aumentate, allargando un divario che era già grave. Con la Manovra il Governo si appresta a confermare il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro lordi, ma i circa cento euro in più in busta paga che resteranno ai lavoratori non sembrano in grado di alleviare queste differenze che sono enormi.
A NAPOLI BUSTE PAGA POVERE. A Napoli un lavoratore dipendente medio percepisce circa la metà di un collega occupato a Milano. La retribuzione media lorda annua dei lavoratori dipendenti nel settore privato nella città metropolitana di Napoli ammonta a 16.435 euro; praticamente nulla in confronto con il suo collega meneghino che ne guadagna ben 31.202. Si dirà che la differenza sta tutta nel differente costo della vita. Ma questa spiegazione in realtà è vera solo fino a un certo punto, e non basta da sola a giustificare il divario.
AL LAVORATORE PARTENOPEO OLTRE 5MILA EURO IN MENO. Se invece della Lombardia si prede come riferimento la media nazionale, infatti, si scopre che un lavoratore napoletano guadagna il 24,8% in meno del valore medio, che tradotto in soldoni vuol dire 5.433 euro in meno ogni anno. Viceversa, il lavoratore milanese guadagna il 42,7% in più della media nazionale, pari a +9.333 euro che entrano nella sua busta paga ogni anno. Significa che anche in città del Centro-Sud come Frosinone, Bari, Potenza o Latina, solo per citarne alcune, le buste paga sono più pesanti che a Napoli. I numeri, contenuti nell’ultimo rapporto dell’Ufficio Studi della Cgia su elaborazione dei dati Inps riferiti al 2021, evidenziano come in Campania a livello regionale i lavoratori napoletani siano i più “ricchi”. Se si guarda alle altre province, infatti, i divari aumentano ancora di più.
SALERNO FANALINO DI CODA. Quelli che guadagnano meno in assoluto nella regione sono i lavoratori salernitani: appena 14.049 euro lordi l’anno, pari a 7.819 euro in meno della media nazionale (- 35,8%). Inutile sottolineare che il loro distacco da un collega di Milano è addirittura abissale. Quello di Salerno è quasi un record negativo assoluto: la provincia figura al 94esimo posto su 103.
LE ALTRE PROVINCE DELLA CAMPANIA. Dopo Napoli c’è Avellino, dove le retribuzioni medie raggiungono i 16.028 euro lordi annui, con un distacco dal livello medio nazionale di 5.840 euro, pari al 26,7% in meno. Seguono poi i lavoratori dipendenti di Caserta, che guadagnano una retribuzione media di 14.849 euro, pari a 7.019 euro in meno rispetto al dato mediano e il 32,1% in meno. Penultima provincia figura Benevento, con 14.236 euro, pari a 7.632 in meno rispetto alla media nazionale e il 34,9% in meno.
LA DIVERSA TIPOLOGIA DI IMPRESE. A parziale giustificazione del divario, inoltre, non va dimenticato il fatto che le disuguaglianze salariali tra le ripartizioni geografiche sono rimaste anche perché, spiega la Cgia, «nel settore privato le multinazionali, le utilities, le imprese medio-grandi, le società finanziarie, assicurative, e bancarie che riconoscono stipendi più elevati della media, sono ubicate prevalentemente nelle aree metropolitane del Nord».
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