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29 Ottobre 2023 - 16:39
MONTEPORZIO CATONE. Erano stati coinvolti in un'inchiesta relativa al riciclaggio di soldi della camorra nel cinema, perché il commercialista della loro azienda, la Femar Vini di Monteporzio Catone, era finito in carcere. Ma ora, con una sentenza, il Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Roma ha dichiarato il non doversi procedere nei loro confronti anche “perché il fatto non sussiste”
Insomma, un lieto fine per Felice Mergé, classe 1966, e Marcella Sperduti, classe 1938, rispettivamente procuratore speciale e amministratore della Femar, importante azienda vinicola laziale. I due si sono ritrovati coinvolti in questa inchiesta - accusati di riciclaggio - solo perché hanno dato luogo a delle sponsorizzazioni per la Femar Vini con una società di produzione cinematografica; da qui l’accusa di riciclare denaro della camorra. Ma, come spiega il Giudice, tutto a loro insaputa e senza alcuna responsabilità. Un'operazione che purtroppo danneggiò l'immagine della Femar Vini.
Nel marzo del 2022 furono nove le persone che finirono in carcere con la pesante accusa di riciclaggio con l'aggravante dell'agevolazione mafiosa ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, nell'ambito di un'inchiesta della DDA della Procura di Roma. In manette pure un carabiniere e un poliziotto che a detta degli Inquirenti a Napoli prelevavano denaro in contanti dal clan camorristico D'Amico-Mazzarella e lo immettevano nel sistema di riciclaggio. Invero, dalla Femar Vini partivano dei semplici bonifici per il regolare pagamento delle fatture delle sponsorizzazioni finalizzate al produce placement, ma loro malgrado si sono trovati coinvolti in questa brutta storia. Fortunatamente, per loro, volta al termine con una Sentenza di non luogo a procedere.
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