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31 Ottobre 2023 - 09:56
Il boss Michele Olimpio nel mirino della Dia, sequestrati beni per 1 milione di euro. Il 64enne “’o bumbularo”, già condannato anche per omicidio, sarebbe stato l’ultimo reggente dei Mallardo
NAPOLI. Due villette, un centro scommesse e conti correnti, la Dia sequestra il tesoro dell’ultimo reggente del clan Mallardo di Giugliano, sigilli a un milione di euro di beni. Ieri mattina il personale della Direzione investigativa antimafia ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni, emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Napoli nei confronti di Michele Olimpio “’o bumbularo”, ritenuto dagli inquirenti esponente di vertice del clan Mallardo, gruppo capofila nell’Alleanza di Secondigliano insieme ai Contini e ai Licciardi. Il provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale di Napoli su proposta congiunta del procuratore di Napoli e del direttore della Dia.
Con precedenti anche per omicidio, Olimpio è stato arrestato proprio dalla Dia un anno fa, poiché ritenuto il nuovo reggente del clan Mallardo, gestendo la cassa del clan dopo gli arresti eccellenti di tutti i capi. Le successive indagini patrimoniali hanno permesso di riscontrare una sproporzione tra redditi dichiarati e beni accumulati da Olimpio. Sotto sequestro sono finiti una società attiva del settore delle scommesse e lotterie, tre rapporti finanziari, due villette e un’autovettura per uno valore complessivamente stimato di circa un milione di euro. Dalle indagini è emerso che il reggente del clan, durante i giorni di permanenza a Giugliano, organizzava summit con gli altri affiliati e gestiva i proventi delle attività illecite che confluivano in una cassa comune da cui gli affiliati attingevano denaro sia per il proprio sostentamento che per quello dei detenuti e delle loro famiglie.
Lo stesso Olimpio, secondo le emergenze investigative valutate dal gip, era capace di aggregare attorno a sé una serie di affiliati tramite i quali gestiva le attività criminali, in particolare le estorsioni ai cantieri edili, sia nel territorio cittadino di Giugliano che nei territori di Licola, Varcaturo e Lago Patria. Michele Olimpio, già condannato a trent’anni per omicidio, stava momentaneamente scontando la pena in regime di detenzione domiciliare (motivata da ragioni di salute) in un comune del Piemonte ed era stato autorizzato a recarsi per alcuni giorni al mese a Giugliano per sottoporsi a cure odontoiatriche. Per giustificare la sua assenza in occasione di un controllo dei carabinieri nell’abitazione dove era ristretto in detenzione domiciliare, l’uomo aveva presentato un falso certificato medico scritto da un dentista compiacente che pure è stato arrestato.
Per la gestione del clan, lo stesso si avvaleva, tra gli altri, anche dei suoi familiari più stretti tra cui la moglie, una delle sorelle e il cognato, arrestati perché raggiunti da gravi indizi di partecipazione all’organizzazione. L’individuato reggente del clan si impegnava sia nella risoluzione di conflitti interni, gestendo i rapporti con il gruppo scissionista delle “palazzine” di Giugliano, sia nel consolidare gli storici rapporti del clan Mallardo con i clan napoletani dei Contini e Licciardi che con lo stesso costituiscono l’Alleanza di Secondigliano. Il suo impero è però ormai tramontato.
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