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03 Novembre 2023 - 08:48
Benzina contro la Caffetteria Esposito, è il secondo episodio in sette giorni
Il racket torna a bussare nell’area nord di Napoli, ma questa volta in maniera più leggera rispetto al clamoroso attentato dell’altra settimana ai danni della pizzeria “La Nuova Italia”. Ieri notte due malviventi hanno dato fuoco alla serranda di una caffetteria nel quariere Miano, danneggiandola e annerendola. Un chiaro messaggio criminale che potrebbe collegarsi all’altro episodio, avvenuto invece in corso Secondigliano. Per alcuni esperti investigatori il blitz contro il clan Di Lauro avrebbe favorito il sorgere di fibrillazioni in seno ai clan della zona, interessati a coprire il vuoto temporaneo di potere. Al momento è un’ipotesi, ma i soli sette giorni di distanza tra le due vicende sembrano più di una mera coincidenza. In piazza Madonna dell’Arco l’allarme è scattato alle 2,20, quando qualcuno si è accorto del fumo che proveniva dalle parti della Caffetteria Esposito e ha avvisato i vigili del fuoco. In pochi minuti a Miano sono accorsi i poliziotti del commissariato Scampia, che conducono le indagini con la squadra giudiziaria, e i pompieri che rapidamente hanno spento le fiamme. Qualcuno aveva lanciato benzina contro la serranda per poi fuggire a tutto gas su uno scooter. Erano in due, secondo vaghe e frammentarie testimonianze raccolte da gli investigatori. La pista più battuta al momento, come quasi sempre in casi del genere, conduce al racket. Ma nessuna richiesta di “pizzo” è stata avanzata ai titolari della caffetteria per cui non si esclude che sia stata utilizzata la strategia del “prima mostro i muscoli e poi chiedo i soldi”. È già accaduto e serve per intimorire le vittime senza provocare grossi danni economici. In queste ore la polizia sta vagliando le immagini delle telecamere presenti in piazza Madonna dell’Arco alla ricerca di qualunque indizio utile per identificare i responsabili. Resterebbe poi, in ogni caso, il problema di individuare il mandante. Anche per l’attacco alla pizzeria “La Nuova Italia”, locale famoso e di successo. la pista più seguita conduce al racket secondo la tecnica dell’attacco preventivo. Ma a chi ha appiccato il fuoco è scappata la mano. I titolari, imprenditori incensurati e coraggiosi sono stati costretti a chiudere ma hanno già garantito che riapriranno presto. Difficile al momento ipotizzare in maniera credibile quale gruppo sia entrato in azione, ma gli investigatori tenderebbero a escludere il clan Di Lauro per la poca distanza di tempo dal blitz subito. Erano le 4 di mercoledì 5 ottobre quando è scattato l’allarme in corso Secondigliano. Sul posto sono accorsi i poliziotti del commissariato di zona, che hanno raccolto la denuncia dei titolari e con le squadra giudiziaria stanno conducendo le indagini, partite con l’acquisizione delle immagini della videosorveglianza. Ad agire sarebbero stati in due in sella a uno scooter, uno dei quali ha lanciato una bottiglia piena di benzina che ha innescato un incendio devastante che ha letteralmente bruciato e distrutto la sala ristorante. Modalità simile all’episodio di ieri, guarda caso.
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