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04 Novembre 2023 - 07:30
NAPOLI. Il sostituto procuratore generale Luigi Musto ha chiesto ai giudici della prima sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli di confermare la condanna all’ergastolo per Pinotto Iacomino, condannato in primo grado per l’omicidio della ex compagna Ornella Pinto. La donna, insegnante di 40 anni, fu accoltellata a morte il 13 marzo del 2021: l’uomo si introdusse in casa della vittima grazie alle chiavi che aveva ancora nella sua disponibilità e la sorprese nel sonno colpendola con 13 coltellate. All’omicidio assistette il figlio di tre anni della coppia. Iacomino fu condannato in primo grado all’ergastolo nel maggio 2022 e ora il pg Musto ha chiesto la conferma di quel verdetto che fu rafforzato anche delle aggravanti della premeditazione, crudeltà e convivenza tra vittima e omicida. Alle conclusioni della procura anche la parte civile, rappresentata dagli avvocati Mino Capasso, Marcello Severino, Loredana Gemelli e Celeste Giliberti. Il delitto, come detto, si era consumato nella notte del marzo del 2021: Iacomino, originario di Ercolano, era entrato in casa di Ornella Pinto a via Cavolino, nel quartiere diSan Carlo all’Arena, armato di un coltello che aveva recuperato nell’albergo della sua famiglia. Dalle indagini condotte all’epoca dalla Squadra mobile e dagli agenti del commissariato Stella San Carlo all’Arena, l’insegnante aveva deciso di porre fine alla relazione con Iacomino garantendogli, in ogni caso, che lo avrebbe coinvolto nella crescita del figlio al quale non voleva creare turbamento al piccolo. Ma l’uomo era sempre più in preda a un raptus, probabilmente non rassegnandosi alla fine della relazione. E così, anche perché possedeva ancora le chiavi, era entrato nella casa di Ornella Pinto e l’aveva colpita a morte con il figlio della coppia che era stato svegliato dalle grida disperate della madre. Il 43enne, subito dopo essere stato fermato, aveva detto di aver agito in preda a un raptus ammettendo di aver ucciso la donna ma dopo una discussione. Per gli investigatori, invece, Iacomino si era presentato già armato di coltello. E questo, unito a tutti gli altri elementi raccolti in fase investigativa, aveva portato alla condanna all’ergastolo in primo grado. E ora è stata chiesa la conferma del carcere a vita. «Nulla restituirà Ornella alla sua famiglia ma almeno che ci sia giustizia - dichiara il deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli - e pace per tutte le persone che questo assassino ha fatto soffrire. Conosco la famiglia Pinto da tanto tempo e la loro indicibile sofferenza la stanno portando avanti con enorme dignità e silenzio. Loro l’ergastolo l’hanno iniziato il giorno stesso in cui è stata uccisa Ornella, adesso è giusto che chi ha causato tanto dolore paghi con il massimo della pena».
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