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04 Novembre 2023 - 07:30
ACERRA. Manette per usurai e usurati. Sembra essersi chiuso il cerchio attorno al cartello criminale Avventurato-Andretta, che per qualche anno ha gestito il sistema criminale acerrano. Eseguite all’alba di ieri, dagli uomini della squadra mobile di Napoli, su ordine della Dda di Napoli, sette misure cautelari. Il provvedimento porta la firma del gip Rosamaria De Lillis. Torna in carcere Diego Andretta, fratello del ras Salvatore Andretta. Insieme a lui finiscono in cella Pasquale Balascio (nella foto) e Behr Jani cittadino albanese di 46 anni. Agli arresti domiciliari vanno Salvatore Giordano Pacilio e il fratello maggiore, Carmine, usurati. Ancora arresti domiciliari per Antonio Riemma, 76 anni, divenuto nel frattempo la testa di legno di Salvatore Giordano Pacilio, meglio noto con il soprannome di “Curdella”, gestore da decenni dell’attività di onoranze funebri e già colpito più volte da interdittiva antimafia, continuando comunque (sotto gli occhi di tutti), a gestire attività funerarie in città. La stessa ordinanza è stata notificata in cella a Vincenzo Capone, alias “’Enzuccio o Tor”, personaggio storico della malavita acerrana, già detenuto per la stessa indagine. Fatta la solita premessa, ovvero che per tutti gli indagati vale comunque ed in ogni modo la presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva passata in giudicato, agli indagati è stata contestata anche l’aggravante del vincolo mafioso. Altri ipotetici reati: trasferimento di fraudolento di valori, quindi usura, detenzione di armi ed estorsione aggravate dal metodo mafioso. Non da ultimo figura il traffico di sostanze stupefacenti. Una vera e propria cascata di accuse, che probabilmente saranno ridimensionate nel corso dell’interrogatorio di garanzia e successivamente dal tribunale del riesame. L’attività investigativa è partita nei primi mesi del 2022. L’indagine, coordinata dalla Dda e affidata alla squadra mobile lentamente ha sempre preso più forza. Nell’inchiesta - che potrebbe ora riservare clamorosi colpi di scena - hanno avuto un ruolo “concreto” anche gli uomini della sezione investigativa del commissariato di Acerra, all’epoca dei fatti diretta dal vicequestore (I° Dirigente) Stefano Iurio. Nel corso i questi mesi squadra mobile e commissariato di Acerra sono riusciti a raccogliere importanti elementi investigativi, in ordine all’esistenza di due gruppi camorristici operanti nell’acerrano, uniti da un’alleanza ma tra loro distinti, tanto da avere ognuna i propri vertici ed affiliati. Le prime “parole” utili alle indagini vennero captate all’interno di un’auto in uso ad Antonio Riemma e Vincenzo Capone, quest’ultimo storico personaggio del malaffare acerrano, già vicino a Cuono Grimaldi, alias “Cuniell & Capass”, uno dei pochi boss riusciti a rimanere vivo nel corso di questa guerra di camorra che dura oramai da quasi un trentennio. Un personaggio “speciale” è considerato Pasquale Balascio, pregiudicato, marito dell’assessore Maria De Rosa, eletta in consiglio comunale con una valanga di voti. Nella sua abitazione vennero trovati effetti cambiari per oltre 300mila euro, tutte a firma delle moglie di Giordano Salvatore e Carmine Pacilio. Al termine delle perquisizioni, nel corso delle quali vennero rinvenuti gli effetti cambiari, Giordano Salvatore Pacilio negò che si trattava di usura ma parlò di prestito. Le sue dichiarazioni non convinsero gli inquirenti della Dda, che sono andati avanti riuscendo a chiudere il cerchio attorno al cartello criminale, arrestando anche gli usurati, che nel frattempo si erano organizzati per “sopravvivere”, lavorando sotto “copertura”.
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