Tutte le novità
05 Novembre 2023 - 09:41
Il giudice di esecuzione ha rideterminato la pena: da 26 a 15 anni di reclusione
NAPOLI. Continuazione di reato in relazione a 5 condanne e per Luigi Piscopo “’o pazzignaro”, fondatore del gruppo alleato con i Sarno di Ponticelli, il ritorno in libertà non è più un miraggio. Merito della strategia difensiva del suo avvocato, il penalista Giuseppe Perfetto, che ha convinto il giudice dell’esecuzione a rideterminare le pene a carico del “pazzignaro”. Ora, con l’ultimo provvedimento, che ne segue un altro analogo e uno sconto ulteriore per vari periodi di carcerazione “inumani”, dei 26 anni da trascorrere dietro le sbarre ne restano 15, di cui circa metà già sofferti. Il nome di Piscopo era tornato alla ribalta della cronaca giudiziaria già nel novembre 2021, quando in suo favore si pronunciò invece il tribunale della Sorveglianza.
Per inquirenti e giudici “’o pazzignaro” aveva fatto parte del direttivo che decise e organizzò la strage del Bar Sayonara a Ponticelli. Un delitto atroce, quello del novembre 1989, costato la vita ad Antonio Borrelli e Vincenzo Meo, affiliati all’emergente gruppo di Andrea Andreotti “’o cappotto” con il quale i Sarno erano entrati in rotta di collisione, e a quattro innocenti: Salvatore Tenaglia, Domenico Guarracino, Gaetano De Cicco e Gaetano Di Nocera. Sei omicidi per i quali il ras Piscopo consuocero dell’ex capoclan Ciro Sarno “’o sindaco”, sta attualmente scontando la pena dell’ergastolo. La sua permanenza in carcere, iniziata nel lontano 2007, non sarebbe però avvenuta secondo tutti i crismi di legge. Il tribunale di Sorveglianza di Livorno ha così riconosciuto a Piscopo la detenzione inumana e degradante per via delle condizioni di sovraffollamento con cui ha dovuto fare i conti durante la sua reclusione negli istituti di Poggioreale, Secondigliano e Opera.
Il pronunciamento della Sorveglianza ha premiato anche in quel caso le argomentazioni sostenute dall’avvocato Perfetto, il quale, ricostruendo i vari passaggi detentivi del proprio assistito, ha dimostrato che le carceri nelle quali è stato ristretto non rispettavano quanto stabilito dalla legge: la Sorveglianza di Livorno gli ha dunque riconosciuto 138 giorni di liberazione anticipata. Sotto la lente della difesa è finita in particolare la questione del sovraffollamento: circostanza che si sarebbe ripetutamente verificata negli istituti napoletani di Poggioreale e Secondigliano, oltre che in quello milanese di Opera. L’ordinamento vale la pena ricordarlo stabilisce oggi che ogni detenuto debba avere in cella a propria disposizione tre-quattro metri quadrati di spazio, al netto degli arredi fissi: il valore in questione, come ribadito di recente dalle Sezioni unite della Corte di Cassazione, deve essere poi accordato ad alcuni “fattori allevianti”, come ad esempio l’eventuale regime con il sistema delle “celle aperte” e le ore d’aria a disposizione. Pochi mesi fa sempre il tribunale di Sorveglianza ha stabilito che non fosse Piscopo più pericoloso e che dunque può in futuro avere la possibilità di beneficiare di permessi premio.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo