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Scacco ai rider della droga, l’ombra dei Girati sull’affare

Scacco ai rider della droga, l’ombra dei Girati sull’affare

NAPOLI. Una fruttuosa piazza di spaccio itinerante, con base a San Pietro a Patierno e raggio d’azione tra Secondigliano e i paesi circostanti. A gestirla era un gruppo a conduzione semi familiare: marito, moglie, figlio e cinque estranei con a capo Salvatore Romano detto “Totore Marlboro”, in passato conosciuto come contrabbandiere di sigarette. Sei mesi d’indagine della polizia, coordinata dalla Dda, sono bastati per incastrarli ricostruendo nomi e ruoli dei partecipi dell’organizzazione. Tutti rispondono di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope aggravata dalle condizioni previste dall’articolo 416 bis del codice penale, per aver agevolato il sodalizio camorristico “Vanella Grassi”, nato e consolidatosi a Secondigliano. Secondo l’accusa, al clan era destinata una quota dei proventi dell’attività illeciti. Ferma restando la presunzione d’innocenza degli indagati fino all’eventuale condanna definitiva (siamo solo alla fase delle indagini preliminari), i poliziotti della “Omicidi” della Squadra mobile della questura (dirigente Alfredo Fabbrocini, vice questore aggiunto Luigi Vissicchio) e i colleghi della squadra giudiziaria del commissariato Secondigliano (dirigente Raffaele Esposito, ispettore capo Luca Boccia) all’alba di ieri hanno eseguito cinque misure cautelari a carico di Salvatore Romano, della moglie Giuseppina Esposito, del loro figlio Daniele Romano, di Antonio Russo e Cristofaro Alfano. Le altre tre persone coinvolte nell’inchiesta attenderanno in libertà gli sviluppi del procedimento penale. Gli investigatori partenopei ritengono che il volume d’affari della piazza di spaccio mobile si aggirasse intorno al mezzo milione di euro all’anno. Ipotesi che semIL BLITZCocaina a domicilio, la gang versava una quota al clan della Vanella Grassi Scacco ai rider della droga, l’ombra dei Girati sull’affare brerebbe confermata dalla perquisizione domiciliare a casa dei Romano: al padre sono stati sequestrati 15mila euro in contanti, al figlio 5mila. Il gruppo si era organizzato alla grande, funzionando come un delivery: un addetto alla ricezione degli ordini rispondeva a telefono mentre gli addetti alla consegna, tipo rider, provvedevano a fornire la droga richiesta a domicilio, esclusivamente cocaina. Il tragitto variava tra Secondigliano, San Carlo Arena, Vasto, Arenaccia, Poggioreale, sconfinando a volte dai quartieri partenopei a Casoria e Casavatore. Oltre a Salvatore Romano, ai poliziotti era già noto Antonio Russo. Nel 2021 fu arrestato per droga dagli investigatori del commissariato Secondigliano in un albergo della zona. Proprio da quell’episodio partirono gli accertamenti culminati nell’operazione di ieri. Nella ricostruzione dell’accusa (da confermare eventualmente in giudizio) ricopriva un doppio ruolo nell’organizzazione del delivery di droga: telefonista e addetto alle consegne, compito che divideva con Giancarlo Di Giorgio e Rosario Fiorentino; capi e promotori erano i componenti della famiglia Romano; Antonio Esposito, intermediario e procacciatore di clienti; Cristofaro Alfano, custode dello stupefacente.

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