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09 Novembre 2023 - 11:17
NAPOLI. Incensurato, cugino di primo grado del ras Antonio Mennetta detto “Er Nino”, a sua volta nipote diretto di Salvatore Petriccione “o’ marenar”, uno dei fondatori della Vanella Grassi, chiamato così perché la prima base sorgeva nella strada di Secondigliano. Il profilo di Antonio Mennetta, il 34enne arrestato martedì sera dalla polizia sta tutto nelle parentele non avendo precedenti di nessun tipo. Per gli investigatori non per caso aveva la disponibilità del piccolo arsenale che è stato sequestrato e sospettano che si tratti di armi del clan, ma va sottolineata la sua fedina penale immacolata. Tant’è vero che non gli è stata contestata l’aggravante mafiosa. Il merito dell’operazione, che ha permesso anche di scoprire una notevole quantità di droga, va ai poliziotti della squadra giudiziari del commissariato Secondigliano (dirigente Raffaele Esposito, ispettore capo Luca Boccia). Investigatori esperti e profondi conoscitori del territorio, che intorno alle 21 dell’altro ieri sono entrati in azione notando un uomo che a piedi stava entrando in un palazzo con atteggiamento guardingo in via Vittorio Emanuele III a Secondigliano. Il “sospetto” si è accorto di loro, si è diretto con decisione all’interno dello stabile, chiudendosi a chiave in un appartamento al primo piano. Come se si fosse barricato, circostanza che ha aumentato l’attenzione nei suoi confronti. I poliziotti, dopo aver raggiunto l’abitazione, sono riusciti a entrare prima che Antonio Mennetta, avendo capito di essere in trappola, fuggisse calandosi dal balcone. Era pronto a farlo e probabilmente sarebbe riuscito nell’intento di scappare, visto che il primo piano di quel palazzo non è alto. Ma è stato bloccato e controllato mentre gli investigatori di Secondigliano perquisivano l’abitazione, protetta da un sistema di videosorveglianza esterno. Sono stati così confermati i sospetti: dentro c’erano tre buste con dosi di marijuana per un peso di circa 658 grammi; altre due per 1,7 chili complessivi di hashish; due involucri di cocaina per 11 grammi; cinque bilancini di precisione; diverso materiale per il taglio e il confezionamento; tre cellulari; due pistole, di cui una Beretta calibro 7,65 e un revolver 38, entrambe con matricola cancellata; un caricatore con sette cartucce calibro 7,65; due fucili, entrambi rubati; 14 cartucce per fucile calibro 12 e 2.195 euro. Per il 34enne, che risiede a Secondigliano, sono scattate le manette in flagranza per detenzione illecita di sostanze stupefacenti, possesso di armi clandestine e ricettazione. In particolare, i locali nei quali sono state trovate le armi erano organizzati a forma bunker, con predisposizione di un sistema di videosorveglianza esterno, di una botola nel soffitto in cui c’erano i fucili e le pistole e di cassette di sicurezza nascoste in finti libri. Le armi erano tutte perfettamente funzionanti e pronte all'uso. Gli investigatori stanno continuando gli accertamenti per verificare se l’appartamento fungesse da base di appoggio per la droga e per le armi del clan. Al momento è solo un’ipotesi.
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