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Sud, il rettore della Parthenope: «Fuga dei giovani e natalità i veri nodi per il futuro»

Sud, il rettore della Parthenope: «Fuga dei giovani e natalità i veri nodi per il futuro»

È partito da una riflessione sulla caduta del Muro di Berlino, nel 1989, e sui tempi di riallineamento delle economie delle due Germanie, per misurare rispetto ad esse il fallimento delle politiche adottate sul Mezzogiorno, ancora così distante dal Pil del Norditalia. Il prof Antonio Garofalo, rettore dell’Università Parthenope di Napoli ha messo a fuoco nel suo intervento sull’identità culturale come risorsa economica «I tratti culturali - ha aggiunto, citando uno studio dell’economista Guido Tabellini - sono fortemente correlati con lo sviluppo economico». Ed ha fornito una sequenza di numeri molto positivi sullo sviluppo turistico della Campania dopo il 2019, grazie alle attrattive culturali e, grazie alla forza identitaria che sopravvive nella sua popolazione. Ma ha anche sottolineato due grandissimi problemi: la carenza di infrastrutture, «che implica l’assenza di imprese e la carenza di domanda, che fanno fuggire i giovani talenti verso nazioni e città tecnologicamente ed economicamente più avanzate. L’altro nodo è la “caduta a picco” della natalità», su cui ha lanciato un allarme fortissimo: «Saremo costretti a chiudere le Università», ha detto Garofalo da un lato a causa dall’esodo intellettuale verso il Nord e l’Europa e dall’altro per la futura carenza di giovani». Il compito della politica, di destra e di sinistra, ha specificato il Rettore della Parthenope, è di preoccuparsi di questo che per noi non è un problema ma «un guaio. E, allora - ha aggiunto - io posso prospettare quale soluzione solo quella di costruire un futuro con l’integrazione di quei popoli del Nord Africa, dove ci sono sacche di benessere crescente, il cui problema è di trovare adeguata formazione. Candidiamoci a diventare l’offerta che essi cercano», ha concluso Garofalo. Sulle radici della forte identità culturale, ancora sopravvissuta, del Sud si è soffermata la professoressa Carmela Maria Spadaro, della Federico II. «È il risultato di un percorso di secoli, che si può datare con il Regnum Siciliae, inaugurato da Ruggero II il Normanno. Il mosaico della chiesa della Martorana, a Palermo», ha aggiunto con Ruggero che riceve direttamente da Cristo la corona, mentre indossa l’abito imperiale è la foto d?inizio del Regno, che aveva due caratteristiche: la vocazione imperiale e l’universalismo, testimoniato dai documenti ufficiali che venivano redatti in latino, greco ed ebraico. Aurelio Musi, professore emerito dell’Università di Salerno, ha affrontato un altro dei temi del Convegno: la perdita dei centri decisionali. «A partire dagli anni ‘90 si è trattato - ha detto Musi - di una vera e propria destrutturazione del potere. La rappresentanza politica del Sud si è indebolita?. Sull’autonomia differenziata, Musi ha invitato a «non affrontare la questione in modo ideologico», lasciando intendere che potrebbe costituire una opportunità. 

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