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Ambra: «Ecco i delitti commessi da Esposito»

Ambra: «Ecco i delitti commessi da Esposito»

NAPOLI. È soprannominato “’o muort” perché è scampato a più di un agguato, ma Giovanni Esposito (nella foto) ha anche un altro record a favore: assoluzione o proscioglimento in relazione alle accuse di aver commesso due omicidi. Cosicché, nonostante le dichiarazioni contro di lui di più di un pentito a cominciare da Giuseppe Ambra, se l’era sempre cavata e non era mai stato condannato per fatti di sangue. Merito ovviamente della strategia difensiva dei suoi avvocati, oltre che evidentemente dall’assenza di prove. Fino a quando il collaboratore di giustizia lo ha tirato in ballo per l’agguato costato la vita all’innocente Antonio Landieri ed è scattata la condanna all’ergastolo. Di Giovanni Esposito ha parlato a lungo Giuseppe Ambra, descrivendolo come uno dei capi del clan Abbinante, come del resto lo considerano inquirenti e investigatori anticamorra. «Giovanni Esposito “’o muort” è un elemento di spicco, cognato di Antonio Abbinante nonché zio di Baldassarre. Ha commesso o ha partecipato agli omicidi di Giovanni Moccia, Ciro Nocerino e Antonio Landieri (ques’ultimo vittima innocente di camorra ndr). Giovanni Esposito percepiva una quota della “33”, nel 2011 per breve tempo aprì in società con Pasquale Riccio una piazza di crack. È stato il referente degli Abbinante nelle riunioni con la Vinella nella Masseria Cardone. Dopo gli arresti del 28 dicembre 2012, divenne il solo capo degli Abbinante anche se per un breve periodo lo affiancarono Pasquale Riccio e Gennaro Abbinante». «Sostanzialmente - ha continuato Giuseppe Ambra - Giovanni Esposito “’o muort”, dopo l’assoluzione per l’omicidio Moccia, fu uno dei capi degli Abbinante, decise azioni come il sequestro dei ragazzi della Vinella sui “Puffi”, fu vittima di un agguato ad opera del clan Leonardo, e in quell’occasione alcuni furono arrestati e altri riuscirono a scappare. Ho già riferito, per quanto seppi quand’ero detenuto, che Esposito ebbe la visita di alcuni finanzieri presso la sua abitazione; non aprì e chiamò la polizia». Va precisato che le persone citate devono essere ritenute estranee ai fatti narrati fino a prova contraria.

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