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Ritorno nella Locride, il Procuratore di Napoli Nicola Gratteri rende onore al giudice-beato Rosario Livatino

Ritorno nella Locride, il Procuratore di Napoli Nicola Gratteri rende onore al giudice-beato Rosario Livatino

Visita a sorpresa del Procuratore di Napoli alla mostra fotografica sul "giudice ragazzino" organizzata dall'Unione Giuristi Cattolici Italiani con la Diocesi di Locri-Gerace. Domani la chiusura dell'iniziativa con un convegno sui principi che ispirarono il Beato Livatino: “Sub Tutela Dei. Il magistrato Rosario Livatino: servire la giustizia come Dio comanda”

LOCRI. Il procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, ha visitato ieri la mostra fotografica sul giudice Rosario Livatino che domani si chiude con un convegno al Centro Parrocchiale della Diocesi di Locri-Gerace. Accolto dagli organizzatori della mostra e dal Vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, il procuratore si è soffermato con i tanti giovani che in quel momento si trovavano all’interno del Centro. Una visita a sorpresa che ha impreziosito l'iniziativa, il cui obiettivo è stato quello di diffondere la figura e i meriti del "giudice ragazzino", assassinato dalla mafia ad Agrigento, in Sicilia, a soli 32 anni, il 21 settembre 1990. Il convegno di questa mattina ha come titolo: “Sub Tutela Dei. Il magistrato Rosario Livatino: servire la giustizia come Dio comanda” e si annuncia molto affollato, così come è stata la Mostra, che ha avuto soprattutto un imponente riscontro nella platea degli studenti della Locride. La professoressa Mariolina Spadaro, responsabile della sezione di Locri dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, spiega lo spirito che ha animato la mostra. «Rosario Livatino - ha detto la docente - viaggiava senza scorta ed era un magistrato particolarmente esposto, avendo condotto, nonostante la giovane età (appena 38 anni e solo 12 passati in magistratura, ndr) inchieste molto delicate, nel momento cruciale del passaggio da ‘Cosa nostra’ alle nuove formazioni criminali denominate ‘Stidda’ ed in un contesto normativo ancora scarso di mezzi a disposizione dei magistrati e privo degli strumenti che sono stati successivamente adottati (legge sui pentiti, informatizzazione  del processo, confisca dei  beni dei mafiosi, ecc.). L’omicidio fu condotto con particolare efferatezza da ben quattro killer, armati di mitra e pistole, per dimostrare allo Stato ed alla stessa Cosa Nostra la capacità criminale e la potenza di fuoco di questa nuova mafia emergente. Per la sua coerenza di fede nell’esercizio della professione, svolto nella consapevolezza ed accettazione dei rischi fino all’estremo sacrificio, la Chiesa ne ha riconosciuto le virtù eroiche e lo ha inserito nell’elenco dei Beati, fissandone la memoria liturgica al 29 settembre, data della sua Cresima. Immediata ed unanime fu, infatti, la convinzione, sia da parte del mondo giudiziario che tra la gente comune, che il giovane magistrato sia stato un martire della fede. Per il suo impegno cristiano e la coerenza nell’esercizio della professione Rosario Livatino è stato indicato dai vescovi, tra i modelli di vita cristiana, come "testimone del XX secolo".»

Più di recente, anche Papa Francesco lo ha additato come «esempio, non solo per i magistrati ma per tutti coloro che operano nel campo del diritto: per la coerenza tra la sua fede ed il suo impegno e per l’attualità delle sue riflessioni».

L’Unione giuristi cattolici, unitamente alla Diocesi di Locri-Gerace, ha voluto ripropone la figura del Beato Rosario Livatino all’attenzione di quanti, specialmente tra i più giovani, non hanno mai conosciuto la vicenda del "giudice ragazzino", che della legalità e della giustizia ha fatto il suo vessillo e modello di vita, ponendosi costantemente "sub tutela Dei”.

Il convegno ha il patrocinio della presidenza del Consiglio del Comune di Locri, della Camera Civile “Tommaso Giusti” di Locri e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Locri che lo accredita per la formazione degli avvocati.

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