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Spaccio coi bimbi a Ponticelli, altra stangata per i “Fraulella”

Spaccio coi bimbi a Ponticelli, altra stangata per i “Fraulella”

Niente sconti per i narcos del Conocal, 16 anni a testa a Cicco e Scarallo. Clan D’Amico kappaò, sei condanne a ras e affiliati ancora a piede libero

NAPOLI. Il Riesame li aveva “salvati” annullando le ordinanze a loro carico o già il gip aveva respinto le richieste di arresto ritenendo insufficienti le esigenze cautelari. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, ma la giustizia, lenta eppure inesorabile, ha fatto il proprio corso e quella che ne è venuta fuori è stata una vera e propria stangata. Il processo di primo grado scaturito dalla colossale operazione “Delenda” messa a segno dai carabinieri nel 2016 contro il clan D’Amico di Ponticelli si è concluso con sei condanne di assoluta consistenza, con pene comprese tra i tre e i diciannove anni di carcere.

Gli otto presunti narcos del Parco Conocal, tutti imputati a piede libero, sono stati giudicati dalla Sesta sezione penale del tribunale di Napoli (presidente Palumbo), la quale, almeno per alcune posizioni, è andata persino oltre le richieste del pubblico ministero, infliggendo 16 anni di reclusione a Pasquale Cicco e Dario Rongo, 19 anni e 4 mesi in continuazione con altra sentenza a Raffaele Di Napoli, 16 anni e 6 mesi a Nunzia Scarallo, 3 anni a Carmela Prisco, 4 anni a Carmela Ricci. I giudici hanno invece stabilito il non luogo a procedere nei confronti di Anna Sesso e Ciro Raia: per quest’ultimo già il pm, in sede di requisitoria, aveva chiesto l’assoluzione. Le accuse formulate dalla Procura andavano, a seconda delle posizioni, dall’associazione mafiosa a quella finalizzata al traffico di droga, passando per lo spaccio “semplice”. Le pene inflitte vale la pena ricordarlo diventeranno però esecutive soltanto in caso di condanna definitiva.

Ultima nota a margine: tra gli imputati spicca sicuramente il nome di Nunzia Scarallo, moglie del narcos Maurizio Costanzo, e madre di Vincenzo Costanzo “Ciculill”, il presunto babyras ucciso in un agguato ancora irrisolto durante i festeggiamenti per la vittoria dello scudetto del Napoli. L’operazione “Delenda” aveva certificato ancora una volta come il clan D’Amico “Fraulella”, nonostante i precedenti arresti, fosse ancora più che attivo a Ponticelli.

Deposte le armi con i De Micco e raggiunto un accordo sulle piazze di droga, i ras del Conocal si erano organizzati per gestire i traffici di stupefacenti in ben undici punti vendita. Utilizzando, una volta arrestati la maggior parte degli affiliati, anche donne e bambini. Cosicché l’organizzazione si era allargata al punto i carabinieri avevano eseguito ben 89 misure di custodia cautelare, di cui 14 agli arresti domiciliari. Tra i destinatari pure i mandanti dell’omicidio di Alessandro Malapena detto “Cipolla”, già parzialmente risolto con l’incriminazione e la condanna dei presunti esecutori materiali. Ricostruito inoltre, il ferimento di Gaetano Caputo, contiguo al gruppo di mala, contro cui i sicari nemici spararono a Cercola il 13 luglio 2014. Unico colletto bianco coinvolto nell’inchiesta è un medico dell’Asl Napoli 1, che redasse un falso certificato a favore di una aderente all’organizzazione per consentirle di recarsi a colloquio con il marito detenuto a Oristano.

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