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13 Novembre 2023 - 09:37
L’ex boss Notturno rivela l’accordo con gli Amato-Pagano: «Loro ci riforniscono». l super pentito sulle gestione delle “basi”: «Bakù, 33, Sette Palazzi e Oasi del Buon Pastore sono nostre»
NAPOLI. Quattro piazze di spaccio tra le più remunerative di Scampia sotto il controllo di un unico clan, ma con l’obbligo inderogabile di prendere le forniture di droga esclusivamente dai broker degli Amato-Pagano. È questo l’accordo che ha consentito di riportare la tregua, al netto di alcune “fiammate di faida”, all’ombra delle Vele. A rivelare l’inedito retroscena è Gennaro Notturno “’o sarracino”, ex boss e killer dell’omonima cosca con base allo Chalet Bakù: «Il patto chiuso prevedeva che noi avremmo continuato ad avere Chalet Bakù, “33”, Sette Palazzi e Oasi del Buon Pastore, mentre gli AmatoPagano continuavano a rifornirci di cocaina».
I termini dell’accordo sono stati spiegati dal super pentito Gennaro Notturno nel corso dell’interrogatorio al quale è stato sottoposto il 25 maggio 2017 e quel verbale è oggi confluito nell’ordinanza di custodia cautelare che la scorsa settimana, con l’esecuzione di 14 arresti, ha consentito alle forze dell’ordine di infliggere un duro colpo al clan Abbinante, storico alleato proprio dei Notturno. Sul punto, “’o sarracino” ha spiegato: «Nel 2013 io ero a casa di lavoro e avevo un cellulare, con il quale parlavo con mio fratello Raffaele e con il figlio Nicola detto il “chiattone” (poi ucciso in un agguato i cui responsabili non sono stati ancora identificati, ndr) e Giovanni Raia e insieme abbiamo stabilito la strategia da adottare nei rapporti con gli Amato-Pagano».
Dopo quell’incontro, infatti, gli Scissionisti avrebbero ritrovato la loro unità, la stessa che non troppi anni prima gli aveva consentito di uscire vittoriosi dalla sanguinosa faida contro i Di Lauro: «Il patto chiuso prevedeva che noi avremmo continuato ad avere Chalet Bakù, “33”, Sette Palazzi e Oasi del Buon Pastore, mentre gli Amato-Pagano continuavano a rifornirci di cocaina». Gennaro Notturno ha però messo a verbale anche i successivi sviluppi: «Qualche mese dopo vennero a colloquio a Padova mio nipote Nicola Notturno, figlio di Raffaele, insieme a Carmela Vitale, moglie di Vettorio e dunque mia cognata. Nicola Notturno mi disse che teneva le capacità di essere coinvolto nelle attività criminali della famiglia e si propose insieme a Carmine Iannotti e a Giuseppe Di Maio, figlio di Vincenzo Di Maio, alias “Enzuccio l’elettrauto”, per la gestione dei Sette Palazzi e dello Chalet Bakù, a fianco di Giovanni Raia. Quindi lo Chalet Bakù doveva controllare sia l’Oasi che i Sette Palazzi».
E ancora: «Solo la “33” rimaneva a nessuno, chiusa per il momento, salva la piazza degli Abbinante, di eroina, che credo sia gestita dai figli di Giovanni Esposito, come in precedenza fu Dario De Felice a gestirla». Gli assetti descritti da Gennaro Notturno nel 2017 sarebbero di fatto rimasti pressoché inalterati fino ad oggi, seppur con alcune variazioni: come ad esempio il fatto che i Notturno, proprio in seguito al suo pentimento, abbiano subito un vero tracollo, mentre gli Abbinante, nonostante la controversa reggenza dei rampolli, si siano ulteriormente allargati.
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