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15 Novembre 2023 - 08:16
SANT’ANTIMO. Lo hanno picchiato, violentato, insultato, urinato addosso e terrorizzato, approfittando del suo ritardo mentale. Gli aguzzini erano i tre “falsi amici di scuola” che si presentavano fino a casa con la scusa di aiutarlo nei compiti e, chiusi nella cameretta, filmavano quelle porcherie per vantarsene poi con i propri coetanei. Sono stati arrestati. È quanto ha ottenuto la madre del ragazzo in seguito ai riscontri investigativi seguiti alla sua denuncia, presentata a settembre scorso, in base a quanto il figlio le aveva raccontato di avere subito tra lo scorso anno e i mesi di febbraio-marzo. Le scene e le frasi obbrobriose nei confronti del ragazzo-vittima di bullismo, che ha 17 anni, erano tutte sui cellulari dei tre malvagi coetanei che le registravano e conservavano in una chat. Due degli arrestati sono già maggiorenni, uno dei tre, invece, all’epoca delle violenze era ancora minorenne. Su di loro pendono le accuse di atti persecutori e violenza sessuale di gruppo in danno di un minore di anni diciotto, con l’aggravante di aver agito approfittando della debolezza psichica e del ritardo cognitivo della vittima. «È successo diverse volte quello che si vede nei video - ha confermato lucidamente il ragazzo - A un certo punto loro sono cambiati con me. Da marzo sono cambiati. L’ho detto a mamma per non farli venire più a casa». La madre ha appreso gli orrori che viveva il figlio attraverso quei video, sapeva solo che il ragazzo non voleva più andare a scuola per paura di doversi confrontare con il branco. La donna ha scoperto l’accaduto quando il figlio stesso le ha inviato su WhatsApp due video delle violenze subite nei mesi precedenti e poco dopo ha chiesto aiuto ai carabinieri della tenenza di Sant’Antimo. Agli inquirenti - secondo quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Napoli nord Vincenzo Saladino - il 17enne ha raccontato di un periodo in cui quei ragazzi erano stati suoi “amici. «Mi fa dispiacere raccontare queste cose - ha detto - Loro mi picchiavano quando venivano a casa mia, mi davano pugni, calci». La vittima conosceva uno di loro “da quando ero piccolo”, ha raccontato, mentre gli altri due da meno tempo. «Venivano a trovarmi e stavamo insieme, ci vedevamo nel pomeriggio», ha detto al giudice che agli atti ha al momento tre video di violenze e abusi commessi tra febbraio e marzo scorso, in cui non si evidenzianto mai sentimenti di rimorso né vergogna per ciò che stavano facendo. Fieri della violenza che stavano esprimendo, con l’aggravante di essere tre contro uno e di approfittarsi di un ragazzino dalle ridotte capacità di difesa e reazioni perché disabile.
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