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Bambini dietro le sbarre, il prezzo da pagare

Bambini dietro le sbarre, il prezzo da pagare

Francesca Latte: «Meglio le case famiglia per mamme detenute con figli»

NAPOLI. Infrangere la legge ha un prezzo. In diversi casi, a pagare questo prezzo sono anche i bambini, vittime incolpevoli di scelte che non hanno mai preso. Figli di madri che hanno un debito con la legge, sono tanti i bambini da zero a sei anni che, secondo Francesca Latte, specialista in Pediatria e Neuropsichiatria infantile, «vivono in condizioni prcarie. Negli Istituti a Custodia Attenuata il bambino si rende conto di non vivere in una casa normale, capisce che non può essere accompagnato fuori dalla mamma, che questa è soggetta all’agente di custodia e che non può vedere il papà quando desidera». E quando un bambino realizza di vivere in un contesto del genere si profilano due tipi di risposta: «O la mamma è in grado di dire al figlio la verità, e questo succede raramente, oppure farà percepire al bambino questi argomenti come tabu. Questa dinamica può portare a blocchi cognitivi che prendono forma in un gran numero di difficoltà nell'apprendimento. I bambini che inibiscono il loro pensiero spesso si esprimono poi nell'azione diventando iperattivi: impedendo loro di pensare si reca un grave danno che può condizionare tutta la loro esistenza». Per Latte e per il Cam “Telefono Azzurro” la soluzione sarebbe rappresentata dalle case-famiglia protette: «All’interno di queste case il bambino vive una sua normalità, come se si trovasse in una famiglia allargata, perché vive con altri bambini e con altre mamme, le quali stanno effettivamente pagando per i crimini commessi. Tutelare i bambini è essenziale. La madre è libera di poter accompagnare i bambini a scuola, trascorrere dei weekend a casa, far frequentare e frequentare lei stessa il padre del bambino, gli altri figli; il tutto per restituire alla società una donna che ha espiato le proprie colpe, ma anche e soprattutto minori che sono in pace con loro stessi, che potranno divenire degli adulti sani e potranno inserirsi nel contesto della società». Le madri che possono trascorrere la pena con i figli minori non sono tantissime e questo, paradossalmente, rappresenta un problema: «È sempre un concetto di numeri: non a tutti fa piacere portare avanti battaglie che riguardano numeri piccoli. Non importa quanti individui esso rappresenti, potrebbe anche essere uno solo, sarebbe comunque degno dell’attenzione di altri esseri umani».

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