Tutte le novità
22 Novembre 2023 - 09:11
NAPOLI. Giravolte, vendette e tradimenti. Dai primissimi verbali firmati da Gaetano Vigilia emerge il ritratto di una camorra “liquida”, sempre più propensa ai cambi di casacca in corsa e molto meno legata rispetto al passato ai codici d’onore. È il caso, ad esempio, di Antonio Di Napoli, 27 anni, sul cui conto il neo pentito ha riferito: «Faceva parte del clan Vigilia e poi nell’anno 2016 è passato con i Sorianiello e per la contrapposizione che si era creata tra noi e i Sorianiello ha partecipato a una stesa nei confronti dell’abitazione di mia madre, in viale Traiano 123. Anche lui ha partecipato al tentato omicidio di Luigi Testa, sempre nel periodo della scissione, cioè nel 2016». Accuse pesanti e che gli inquirenti valuteranno con estrema attenzione da qui ai prossimi mesi. Intanto il rampollo del clan di via Vicinale Palazziello ha però fornito una lunga serie di retroscena, gran parte dei quali del tutto inediti e rilevanti, tenendo anche conto del fatto che quelli tirati in ballo sono in alcuni casi “personaggi” ancora emergenti. Come il giovane Antonio Bellopede: «Figlio di Ciro Bellopede affiliato con il clan Grimaldi, mentre Antonio era un affiliato del clan Vigilia, arrestato anche lui nel blitz del 2018 mentre si trovava in Spagna a Ibiza. Antonio Bellopede principalmente si occupa dello spaccio di droga in via Contieri per conto di Alfredo Vigilia Junior e dopo l’arresto di quest’ultimo per conto di Raffaele Vigilia. Questo almeno fino a quando sono stato libero, cioè aprile 2022». Il neo collaboratore di giustizia si è poi soffermato su alcuni soggetti che, pur non essendo indicati come organici alla cosca di via Palazziello, l’avrebbero in qualche modo agevolata. È il caso, ferma restando la presunzione di innocenza fino a prova contraria, di Francesco Florio, 77 anni: «È lo zio di mio padre. Non ha mai fatto parte del clan, ma riportava le notizie ricevute da mio Alfredo dal carcere a mio fratello Pasquale Vigilia. Per quanto di mia conoscenza, non si è mai occupato di reati e faceva il muratore». E ancora: «Non conosco il contenuto delle imbasciate che lui prendeva da Alfredo Vigilia durante i colloqui e che portava fuori a mio fratello Pasquale, mio fratello Luigi e ad Antonio Ernano, Francesco Vigilia. Diciamo che lui faceva da tramite tra mio zio Alfredo Vigilia e quelli che di volta in volta comandavano». A quest’ultimo proposito, il neo pentito ha anche indicato quello che, a suo dire, sarebbe l’ultimo capo della cosca di Soccavo: «Emanuele Summa (arrestato nel blitz di pochi mesi fa, ndr) è il reggente del clan Vigilia perché lui è stato nominato tale da Alfredo Vigilia e Alfredo Vigilia Junior». Salvatore Paolillo, invece, «faceva estorsioni e stese per il clan Vigilia, sempre fino all’anno 2018», mentre Giuseppe Frattini, «di Pianura, vendeva droga per Giuseppe Mazziotti fino all’anno 2016- 2017, ma non ha mai fatto parte del clan Vigilia». Nomi, cognomi e ruoli, tutti riportati nero su bianco dall’ex emergente ras, che con le sue accuse di appresta a infliggere un durissimo colpo a uno dei clan più longevi di Napoli.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo